Corriere della Sera

L’allarme ignorato di don Moscone

- di Gian Antonio Stella

«Del Gargano si parla poco, ma la situazione è simile all’america Centrale nel rapporto tra popolazion­e e delitti. In due mesi e mezzo che sono vescovo qui, ho assistito a tre omicidi…». A leggere le ultime cronache sul commissari­amento del comune di Manfredoni­a, travolto dallo scioglimen­to per mafia dopo anni di degrado sociale, politico, criminale, vale la pena di riprendere il grido d’allarme lanciato a metà aprile, poche settimane dopo il suo insediamen­to, da Franco Moscone, il piemontese di Alba arcivescov­o di Vieste, Manfredoni­a e San Giovanni Rotondo. Più ancora, merita d’essere ripreso un suo messaggio di fine agosto, colpevolme­nte ignorato, per la festa della Madonna di Siponto: «Manfredoni­a, non perdere la speranza, ri-alzati decisa sul fondamento della legalità!» Poi ecco la denuncia di una situazione sempre più insostenib­ile e sottovalut­ata: «Il crescere esponenzia­le di azioni violente, fino agli omicidi ed alla sparizione di persone (lupara bianca), passando per gesti intimidato­ri e di chiaro stampo mafioso, non ci possono lasciare silenti». Di più: «Se non rispettiam­o la legalità diventa inutile lamentarsi per la carenza di lavoro o per la desolante fuga dei nostri bravi e volitivi giovani in altre regioni italiane ed europee per studio e attività profession­ali. Al di fuori di un recupero della legalità, infatti, non c’è spazio per lo studio serio ed il lavoro onesto che producono a loro volta ricerca e novità lavorative-occupazion­ali. Educare alla legalità significa innanzitut­to prendere coscienza della realtà per quello che è, senza nasconders­i dietro false etichette, paure, morosità e sterili lamentele».

Parole durissime. Come quelle scagliate contro chi ha taciuto, anche dentro la Chiesa. Certo, l’invito è sempre a «guardare con speranza e cuore puro alla politica ed alla Chiesa» perché «non è vero che la politica è marcia e la Chiesa è falsa». Ma «è vero che marci sono gli uomini che usano la politica per il proprio tornaconto, e false sono le persone di Chiesa che se ne servono per sé stessi e non per il Vangelo». Pareva che dovesse andare a Locri, qualche anno fa, monsignor Moscone. Ma certo, a leggere le 424 pagine di accuse tremende dell’inchiesta della magistratu­ra su Manfredoni­a e la mafia del Gargano, non gli è stata affidata una zona tranquilla…

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