La «spritz economy» spinge Campari E la Borsa apprezza
Effetto spritz sui conti Campari: ieri il gruppo ha archiviato i primi nove mesi con ricavi di oltre un miliardo di euro. Grazie soprattutto ad Aperol con una crescita a doppia cifra (+21,8%) nei suoi tre mercati principali (Italia, Germania e Stati Uniti) così come nelle altre geografie ad alto potenziale.
Nei mesi scorsi, a livello internazionale, si è persino arrivati a parlare di «spritz economy» con la benedizione della banca d’affari Goldman Sachs e quella del New York Times che l’ha definita «la bevanda dell’estate» (scorsa). Perché lo spritz (fatto da prosecco, Aperol, uno spruzzo di seltz più ghiaccio e la fetta d’arancia) ha conquistato ormai mezzo mondo, a partire proprio dagli Stati Uniti dove il gruppo con oltre 50 marchi venduti in 190 Paesi, sta crescendo molto.
«Le nostre prospettive rimangono invariate e bilanciate in termini di rischi e opportunità su base annuale — ha sottolineato il ceo, Bob Kunze-concewitz —. Rimaniamo fiduciosi sul conseguimento di una crescita nei principali indicatori di performance a livello organico». L’america continua a rappresentare quasi metà del fatturato del gruppo con gli Stati Uniti primo mercato, seguito da Giamaica (in crescita del +17,3%) grazie al portafoglio rum e a Campari. Sud Europa, Medio Oriente e Africa (27,8% del totale) crescono dell’8,1% con l’italia che segna un + 8,4% grazie alla solida performance di tutti gli aperitivi. In aumento anche Nord, Centro ed Est Europa (+8,3%) con l’aperol superstar che cresce a doppia cifra.
Facendo felici le casse del gruppo che ha chiuso i nove mesi con vendite che hanno toccato 1,3 miliardi con un +6,9% su base organica. Nel dettaglio il margine lordo è stato pari a 808,6 milioni, in aumento del 10,5% a valore (+110 punti base), pari al 62% delle vendite. L’utile prima delle imposte segna 245,1 milioni, in calo dell’1,7% mentre quello rettificato si attesta a 259 milioni con un +10% per cento. In rialzo a 874,4 milioni l’indebitamento. In crescita sia l’ebitda rettificato (+13,5%) che l’ebit (+11,1%), entrambi rettificati.
Numeri che ieri hanno fatto oscillare il titolo, chiudendo a Piazza Affari in rialzo ma sotto i massimi (+1,22% a 8,28 euro).