«Zecchino d’oro, nella fiction i miei ricordi del Coro»
ROMA Tre storie vere: quella dello Zecchino d’oro, quella di Mariele Ventre che fondò il Piccolo Coro dell’antoniano a Bologna e quella di Mimmo un bambino di 9 anni che cantava nel coro. Tutte e tre raccontate nel tv-movie I Ragazzi dello Zecchino d’oro su Rai1 il 3 novembre in prima serata. Protagonista nel ruolo di Mariele, l’attrice Matilda De Angelis, ma il regista del film, Ambrogio Lo Giudice, è proprio l’ex bambino qui interpretato dal piccolo Ruben Santiago Vecchi. «È una storia molto autobiografica - ammette Lo Giudice di origini siciliane - Da piccolo ho cantato per sei anni nell’antoniano e ho partecipato a varie edizioni della manifestazione musicale. Ho un ricordo molto vivo di Mariele, mia maestra di canto: una donna energica, molto moderna nel mondo molto maschile di quegli anni. Era determinata e tenace».
La coproduzione di Rai Fiction e della Compagnia Leone Cinematografica ripercorre la nascita del progetto educativo e pedagogico di cui Ventre, scomparsa nel 1995, fu la principale promotrice. «Il destino di Mariele doveva essere tutt’altro - ricorda la sorella Maria Antonietta - Si era diplomata in pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e, giovanissima, aveva davanti a sé una carriera da concertista. Proprio quando era alla vigilia di una serie di importanti audizioni, venne coinvolta da Padre Berardo Rossi per creare il coro di bambini nella parrocchia di
Sant’antonio. Mariele all’inizio oppose qualche resistenza, ma siccome era molto buona e aveva due passioni, la musica e i bambini, accettò la sfida anche perché era convinta che proprio la musica è uno strumento fondamentale nella formazione scolastica. I nostri genitori non si opposero alla sua decisione di abbandonare la carriera pianistica: per lei si trattava di una missione irrinunciabile».
Nel film non manca ovviamente il Mago Zurlì, Cino Tortorella che ideò il festival canoro, impersonato da Simone Gandolfo. Nel cast, tra gli altri, Maya Sansa, Valentina Cervi, Guido Roncalli, Antonio
Gerardi. E il piccolo Ruben dice la sua: «Mimmo è un bambino problematico, ha la dislessia e a scuola ha qualche problema. Ma mi è piaciuto tanto questo film perché parla d’amore, di gentilezza e generosità». Aggiunge il direttore Rai Fiction Andreatta: «È una bella favola con un doppio sogno che si realizza: un programma che nasce e ci accompagna fino a oggi e la crescita/salvezza di Mimmo, un bimbo ribelle e scontroso, un simil-pinocchio, che abbandona una strada che potrebbe perderlo e che grazie alla “fata” Mariele si salva».