Corriere della Sera

Sarri mette la Juve sul lettino «Lavoro mentale per i gol»

Bianconeri col Genoa per riprenders­i il primato: out Pjanic torna Ronaldo

- Paolo Tomaselli

La poca cattiveria. Una certa leggerezza che sconfina nella leziosità e nella convinzion­e ovviamente sbagliata che «con questo stile di gioco il gol arriverà comunque». Un altro tipo di leggerezza, quella virtuosa, da ritrovare per allentare la pressione della Champions. Il problema del gol, che non arriva in proporzion­e alle occasioni prodotte e da risolvere principalm­ente con il «lavoro mentale». Ronaldo stesso che «era stanco di testa e aveva bisogno di riposo».

Maurizio Sarri mette spesso e volentieri la sua Juventus sul lettino per analizzare cosa le passa per la mente, in questo palleggio in cima alla classifica con l’inter, che oggi lascia ai bianconeri la possibilit­à del controsorp­asso dopo la vittoria della squadra di Conte. La novità è che l’allenatore bianconero lo fa davanti a tutti, con una naturalezz­a quasi spiazzante: perché i risultati memorabili di questi anni e il diverso stile comunicati­vo dello stesso Conte prima e di Allegri poi hanno comunque creato l’immagine (e soprattutt­o la realtà) di una squadra granitica, cinica, capace di leggere i diversi momenti di una partita, soprattutt­o di quelle cosiddette «sporche». Ma anche ovviamente della stagione e dei suoi snodi decisivi.

Può bastare il pareggio di Lecce, arrivato dopo le due vittorie col brivido contro Bologna e Lokomotiv, per pensare che non sia più così e dubitare della solidità, anche mentale, della squadra che da otto anni domina in Italia? Decisament­e no. Anche perché finora sono maggiori le novità positive, nel gioco proposto e anche nella felice gestione della staffetta argentina in attacco. Però, proprio oggi che manca il cervello della squadra Pjanic, sostituito da Bentancur dopo l’affaticame­nto sofferto in Puglia, servono segnali forti da vecchia Juve già contro il Genoa. Guarda caso una delle poche avversarie che l’anno scorso è rimasta imbattuta contro i bianconeri, interrompe­ndone anche la serie di otto vittorie iniziali con un pareggio imprevisto allo Stadium. A testimonia­nza del fatto che i «blackout» di cui parlava spesso Allegri magari cambiano nome, ma non sono certo una novità assoluta per questa squadra, che a volte si specchia nelle sue indubbie qualità. Anche con un pizzico di presunzion­e: concetto quest’ultimo ovviamente mai sfiorato da Sarri.

Il tecnico potrebbe dare tregua a De Ligt e rimette Ronaldo nel cuore dell’attacco, dopo avergli concesso un sabato di stacco assoluto: quest’anno il portoghese ha sempre giocato con la Nazionale tra settembre e ottobre, mentre l’anno scorso poteva recuperare energie durante la sosta e non a caso era sempre sceso in campo in campionato fino a Santo Stefano, quando si accomodò in panchina a Bergamo. Il riposo completo arrivò a marzo, proprio contro il Genoa, che sconfisse la Signora a Marassi. «Vorrei giocare solo in Champions e in Nazionale...» ha confessato Cristiano a France Football. Ma il campionato può comunque sfamare la fame di gol, sua e anche della squadra. Altrimenti c’è sempre il lettino dello psicanalis­ta Sarri.

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Cristiano Ronaldo, 34 anni, al secondo anno di Juve e Maurizio Sarri, 60 anni, alla prima stagione a Torino
(Getty Images) Intesa Cristiano Ronaldo, 34 anni, al secondo anno di Juve e Maurizio Sarri, 60 anni, alla prima stagione a Torino

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