«Modern Love», le sfumature dei sentimenti in otto storie
Frammenti di un discorso amoroso. Tratta dalla rubrica del New York Times, «Modern Love» è una serie prodotta da Amazon Prime e diretta da John Carney: otto puntate, otto racconti conchiusi di rara delicatezza, otto storie di emozioni. Da circa 15 anni i lettori del NYT hanno un appuntamento fisso: ogni settimana, infatti, esce una rubrica (una delle column più seguite in America) che racconta storie «vere», coinvolgenti, imprevedibili di coppie che si sono innamorate o lasciate.
Nel tempo la rubrica è diventata un podcast e ora anche una serie tv. La forza delle fiction consiste innanzitutto nel coraggio di giocare magistralmente sulla tastiera dei sentimenti, quello spazio confusionale in cui il linguaggio è sempre «troppo» o «troppo poco», sorretto da un cast di rara professionalità (da Anne Hathaway a Andy Garcia, da Tina Fey a John Slattery, a Dev Patel).
Ogni storia è profondamente diversa dall’altra come fossero, appunto, frammenti di un grande discorso amoroso il cui ampio respiro permette allo spettatore di condividerne un soffio, sussulto o affanno che sia. Si chiama coinvolgimento, una tecnica che spesso anche le migliori serie sembrano aver abbandonato. Sono vicende molto newyorkesi (le case che toccano il cielo e le town house, i doorman in livrea, i ristoranti quasi al buio…), si passa da una redattrice di libri che ha nel portiere la sua unica certezza di vita a due ragazzi che si ritrovano grazie a un sottile gioco narrativo, da una coppia di mezza età che si sfoga nel tennis a una vita di crisi bipolare, a una coppia omosessuale che adotta il futuro figlio di una homeless. Non è necessario sapere se le storie raccolte dalla «Posta del cuore» siano vere o inventate, l’importante è che siano credibili, che ribadiscano l’amore come assoluta presenza. E «Modern Love» ha il grande pregio di trasformarle in favole conservando spesso il tono dell’oralità, camuffandole in ritratti esemplari.