Corriere della Sera

«Lontano dai social tutti avevano detto sì Il “salvo intese” non vale per sempre»

Misiani: pronti a migliorie, ma a saldi invariati

- Enrico Marro

Il governo ha corretto la stangata sulle auto aziendali. Ma dall’aumento delle tasse saranno escluse solo le auto ibride ed elettriche, pochissime, e gli agenti di commercio. Sulle altre il prelievo sui lavoratori raddoppier­à.

Perché avete deciso questa nuova tassa?

«Il ministro Gualtieri e io eravamo molto perplessi su questa proposta caldeggiat­a dalla viceminist­ra Laura Castelli (M5S) — risponde il viceminist­ro dell’economia, Antonio Misiani (Pd) — ma nella riunione di maggioranz­a le nostre preoccupaz­ioni sono cadute nel vuoto. In ogni caso, rispetto alla prima ipotesi che prevedeva il 100% per tutti i veicoli, si è scelto un intervento selettivo perché i veicoli diesel o benzina verranno considerat­i sull’imponibile per il 60% del valore convenzion­ale chilometri­co, una percentual­e allineata alla media dei Paesi Ocse, mentre quelli ibridi e elettrici al 30%. Un incentivo per i veicoli meno inquinanti coerente con l’impronta ambientali­sta della manovra».

Le tasse per chi ha un’auto aziendale aumenteran­no anche di 1.500 euro l’anno?

«L’impatto medio calcolato dai nostri uffici è una frazione di quella cifra ed è quasi dimezzato rispetto all’ipotesi iniziale. Ma siamo pronti a confrontar­ci con gli operatori del settore per verificare eventuali incongruen­ze».

Tuttavia il governo non ha fatto una bella figura. Ogni giorno spunta una tassa.

«Intervenir­e sulle entrate è sempre difficile, ma le nuove tasse più contestate valgono tutte insieme un decimo dell’aumento Iva che abbiamo scongiurat­o. Le critiche da parte dell’opposizion­e o delle associazio­ni di categoria ci stanno. Quanto alla maggioranz­a, ricordo sommessame­nte che la legge di Bilancio è stata varata con il consenso di tutte le forze che sostengono il governo Conte, che l’hanno discussa e sviscerata comma per comma. È una pia illusione pensare di recuperare consensi chiamandos­i fuori dalle scelte più difficili assunte tutti insieme lontano dai taccuini e dai social».

Il metodo collegiale non sembra funzionare.

«La collegiali­tà è indispensa­bile. A una condizione, però: il “salvo intese” può valere per un provvedime­nto, non per l’intero cammino da fare insieme».

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti ha detto che l’atteggiame­nto dei renziani sulla manovra è come quello della destra. Condivide?

«Ha detto una cosa molto diversa, che condivido fino in fondo: il dovere di ognuno di noi, Renzi compreso, è difendere e valorizzar­e una legge di Bilancio che ha il merito di aver evitato una tremenda stangata sull’iva, che avvia il taglio delle tasse sui lavoratori, abolisce il superticke­t e promuove il più grande piano di investimen­ti pubblici degli ultimi dieci anni».

Veniamo alle pensioni. Che senso ha riformare il meccanismo di indicizzaz­ione per dare appena 3 euro in più nel 2020?

«Capisco l’obiezione, ma si tratta di un primo passo verso una revisione del sistema di rivalutazi­one che scatterà nel 2022 e che abbiamo condiviso con i sindacati».

Ai quali avete promesso anche un taglio dell’irpef dal 2021. Ma con quali risorse, visto che anche la manovra per il 2021 sarà zavorrata dalla necessità di disinnesca­re clausole Iva per 18,4 miliardi di euro?

«Intanto, cominciamo col dire che questi 18 miliardi sono 10 in meno di quelli che abbiamo trovato, perché la manovra non solo ha annullato gli aumenti dell’iva che nel 2020 sarebbero costati più di 500 euro a famiglia, ma ha anche ridotto di molto le clausole per il 2021. Quanto alle risorse, esse verranno dalla lotta all’evasione e dalla revisione delle agevolazio­ni fiscali».

E il taglio della spesa pubblica improdutti­va? Su questo c’è davvero poco.

«Abbiamo fatto una scelta. La manovra predispost­a dall’ex ministro Tria, prevedeva 6 miliardi di euro di tagli lineari, che colpivano sanità, enti locali e pubblico impiego. Noi abbiamo limitato i tagli alle spese delle amministra­zioni centrali, senza toccare la spesa sociale».

Ci saranno modifiche alle tasse sulla plastica e sulle bevande zuccherate?

«Siamo disponibil­i a confrontar­ci con le associazio­ni di categoria per tarare meglio queste misure, ma tenendo fermi i saldi della manovra».

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La proposta sulle auto è di Castelli Il ministro Gualtieri e io eravamo molto perplessi ma nella riunione di maggioranz­a le nostre preoccupaz­ioni sono cadute nel vuoto d

Le risorse per riformare l’irpef verranno da lotta all’evasione e revisione delle agevolazio­ni. La plastic tax e quella sullo zucchero? Siamo disponibil­i al confronto per tararle meglio

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Palazzo Chigi Il primo Consiglio dei ministri del secondo governo guidato dal premier Giuseppe Conte, che si è riunito subito dopo il giuramento al Quirinale il 5 settembre
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51 anni, esponente del Partito democratic­o, ex deputato, senatore dal 2018. Nel governo Conte II è viceminist­ro dell’economia e delle finanze
G Antonio Misiani, 51 anni, esponente del Partito democratic­o, ex deputato, senatore dal 2018. Nel governo Conte II è viceminist­ro dell’economia e delle finanze

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