Sindaci e imprese (più la dieta) La linea del Piave del governatore
Le visite nei Comuni e pochi leader nazionali accanto: Bonaccini gioca la sua partita
Quasi 300 bandierine: gialle per i capoluoghi, blu per i Comuni che si sono fusi e rosse per tutti gli altri. Tante ne ha messe il governatore uscente del Pd, Stefano Bonaccini, sulla maxi carta geografica dell’emilia-romagna affissa nel suo ufficio, per contrassegnare tutte le città e i paesi visitati in cinque anni di mandato. Si nota qualche vuoto nell’area di Ferrara (Comune vinto proprio dalla Lega) e nella provincia di Ravenna (la più grande d’italia, dove il Pd è ancora forte).
Il presidente sa bene di giocarsi l’intera carriera politica. E che dal risultato del 26 gennaio dipenderanno anche la vita del governo ed il futuro del suo partito, il Pd. Una sfida molto insidiosa, nonostante il legame forte con il territorio: rete cooperativa in primis, ma anche Confindustria (il presidente regionale Pietro Ferrari ha detto che «serve continuità») e mondo cattolico (Bonaccini è molto legato al cardinale e arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi). «Saremo la linea del Piave — ripete — non per paura ma per dimostrare che l’argine alla destra c’è».
Per tentare la riconferma, la strategia del governatore non può che essere opposta a quella di Salvini: «Nessuna politicizzazione. Si sceglie il “sindaco” dell’emilia-romagna: la gente dovrà valutarci sulle cose fatte, che sono tante e buone — è il ragionamento — questo non è un referendum sul governo, come successo in Umbria». Il budget per la campagna elettorale, mentre l’alleanza con il M5S è diventata assai incerta, è molto alto. Bonaccini ha messo su uno staff imponente, con tanto di sondaggista di fiducia. Mentre per la strategia sui media, oltre al fidato Stefano Aurighi, c’è la consulenza di Jump, società guidata da Marco Agnoletti, storico portavoce di Matteo Renzi. Proprio il rapporto con l’ex premier, potrebbe essere rilevante. Bonaccini, nonostante il suo pedigree rigorosamente diessino, è uno dei pochi con cui l’attuale leader di Italia viva non ha mai litigato. Renzi non presenterà una sua lista, l’esordio sarà in Toscana a maggio, ma inserirà i suoi fedelissimi in quella civica di Bonaccini, per intercettare il voto moderato e di centrodestra.
Negli 85 giorni che separano dal voto, l’agenda del governatore uscente prevede di visitare decine di Comuni e imprese: pochi leader nazionali e molta rivendicazione degli obiettivi raggiunti durante il mandato: «Borgonzoni sarà nascosta dietro a Salvini — spiegano dal suo staff —, noi ci metteremo sempre direttamente la faccia».
Nel frattempo Bonaccini ha anche rinnovato la sua immagine: dieci chili in meno dopo una dieta ferrea (consigliata anche dal medico), guardaroba alla moda, come l’occhiale da vista «a goccia».
Il presidente dem ha ben in testa che questa partita dovrà vincerla da solo, senza poter contare sul M5S, con cui ha cercato il dialogo. La settimana prossima è previsto il primo confronto in Rai con Borgonzoni. Che poi, in un certo senso, sarà il fischio d’inizio di Juve-milan, rispettivamente le squadre di Bonaccini e Salvini.