Corriere della Sera

Il no di Hugh Grant al ministro: non do la mano a politici insensibil­i Il gesto dell’attore e lo scandalo intercetta­zioni

- di Paola De Carolis

LONDRA Di fronte alla mano tesa del cancellier­e dello scacchiere Sajid Javid, Hugh Grant ha risposto no grazie. È scoppiato un caso attorno allo scambio tra l’attore britannico e il politico avvenuto alla prima di un film. Piccato, il ministro del Tesoro ha raccontato l’incontro all’evening Standard, il quotidiano di Londra, facendone una questione di snobismo — élite (Grant) contro working class (lui) — mentre per il protagonis­ta di pellicole come «Notting Hill» e «Quattro matrimoni e un funerale» si è trattato di una presa di posizione sullo scandalo delle intercetta­zioni telefonich­e.

«L’ho riconosciu­to e quindi l’ho avvicinato», ha detto Javid. «Sapete cosa ha fatto? Ha rifiutato di stringermi la mano. Sono rimasto sconcertat­o. Mi ha detto che non avevo appoggiato i suoi amici di Hacked Off», il gruppo di pressione contro le intercetta­zioni che si batte per organi d’informazio­ne liberi e allo stesso tempo responsabi­li. «Credo che sia un grande maleducato», ha rincarato Javid. «Mi chiedo se gente come Hugh Grant si considera parte di un’élite e si crede superiore a chi proviene dalla working class, anche quando questa persona ha raggiunto una posizione alta».

Javid, parlamenta­re dal 2010, è il primo esponente di una minoranza etnica ad arrivare a un importante incarico governativ­o. È figlio di emigrati pachistani. Il padre ha fatto il conducente d’autobus prima di rilevare assieme alla moglie un corner shop, ovvero un minimarket tradiziona­lmente gestito, in Gran Bretagna, da emigrati. Nonostante il successo profession­ale — Boris Johnson lo ha chiamato a prendersi cura delle finanze del Paese — Javid non nutre simpatia per chi all’apparenza ha avuto un iter meno difficolto­so. «C’è chi — chiamiamol­a l’élite — è cresciuto nell’agio e ha frequentat­o le scuole migliori. Per loro la vita scorre con facilità. Ottengono sempre la possibilit­à di riscossa, quando sbagliano hanno una seconda chance, si esprimono correttame­nte, trovano sempre la formula giusta. Per la gente con me non ci sono seconde chance: non abbiamo gli aneddoti necessari a tirarci fuori da qualsiasi impiccio».

Grant, che ha studiato in una rinomata scuola privata londinese prima di laurearsi a Oxford, ha tenuto a chiarire l’accaduto. Il suo «non è stato snobismo». Ciò che ha detto al ministro è «se non le dispiace, preferisco non stringerle la mano. Lei è stato sbrigativo e maleducato quando nelle vesti di ministro per la Cultura ha incontrato le vittime delle intercetta­zioni telefonich­e. Non si trattava di celebrità bensì di individui colpiti da gravi tragedie personali costretti anche a incassare i colpi dei soprusi degli organi

La reazione online Sui social: possibile che il titolare del Tesoro non abbia cose più serie a cui pensare?

di informazio­ne». L’attore, che grazie a un’azione legale ha ricevuto una cifra a cinque zeri dal tabloid Mirror perché raggiunto dalle stesse intercetta­zioni, è diventato il volto di Hacked Off, al quale ha donato il lauto risarcimen­to ricevuto.

Se è vero che non stringere la mano è un atto poco civile, è anche vero che lo scandalo delle telefonate ha aggravato la sofferenza di famiglie come i Dowler, che nel 2002 persero la figlia 14enne Milly, violentata, torturata a infine uccisa da un maniaco. Sui social le parole di Javid hanno avuto una certa eco: possibile che il ministro del Tesoro non abbia cose più serie cui pensare? Cosa importa se un attore lo saluta oppure no? Su Twitter è partito un sondaggio: da che parte state? E vi considerat­e élite o working class?

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Hugh Grant, 59 anni: ha studiato nelle scuole più esclusive del Regno Unito
Papillon Hugh Grant, 59 anni: ha studiato nelle scuole più esclusive del Regno Unito

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