Corriere della Sera

BERLINO (E NOI) AL DI LÀ DEL MURO

Domani in edicola gratis lo speciale di «7» Trentadue pagine formato extra-extralarge

- Di Edoardo Vigna

«N egli ultimi giorni dell’ottobre 1989, in un incontro a Bois fra scrittori e politici dell’europa dell’est — l’altra Europa si diceva allora —... una cosa era certa: il Muro sarebbe durato ancora per molti anni. Ne eravamo convinti tutti, incapaci come siamo di credere che il mondo, come siamo abituati a vederlo e a viverlo, possa mutare. Berlino divisa era simbolo e centro della Guerra Fredda e della paura che in ogni istante potesse diventare calda… Pochi giorni dopo il Muro non esisteva più». Così scrive Claudio Magris nell’editoriale che apre 7 XXL, lo speciale di 7 in edicola domani — trentadue pagine gratis con il Corriere della Sera — dedicato proprio all’evento che ha segnato la storia dell’europa e del mondo. Ma la promessa portata da quell’avveniment­o è stata poi davvero mantenuta?

Sono trascorsi esattament­e trent’anni. Il Muro, costruito nel 1961 tra Est e Ovest, simbolo

«Eravamo tutti convinti che non sarebbe mai caduto»

di un mondo spaccato in due blocchi dalla fine della Seconda guerra mondiale, cadde la notte del 9 novembre 1989. E i tedeschi cominciaro­no a passare liberament­e da una parte all’altra. Come avevano vissuto i berlinesi con questa divisione? Come andarono i fatti quel giorno? Come ci si era arrivati? E cosa è accaduto dopo?

Lo speciale 7 XXL, di taglia extra-extra-large già nel formato Corriere, risponde con mappe di Berlino ieri e oggi e del mondo durante la Guerra Fredda, e immagini scattate dai fotografi più grandi, a cominciare da Henri Cartierbre­sson. Attraverso un’infografic­a in 3D potrete vedere com’era fatto realmente il Muro completato nel 1975 (di cui ricordiamo solo la parte picconata e abbattuta): da Est a Ovest c’era una barriera di cemento armato di quattro metri con filo spinato, una rete elettrific­ata, un corridoio pattugliat­o dai cani, una striscia di sabbia per individuar­e i fuggiaschi, cavalli di Frisia, un fossato e infine un’altra barriera alta tre metri e 60 centimetri.

Le grandi firme del Corriere raccontano gli eventi del passato e gli sviluppi nel presente. Il corrispond­ente da Berlino Paolo Valentino spiega come la Germania sia stata sì riunificat­a ma non sia ancora davvero una sola; Sergio Romano osserva cosa resta nella Russia odierna di Vladimir Putin di quell’urss che dominava oltre la Cortina di Ferro; Beppe Severgnini fa un tuffo nell’agosto 1989 ricordando quando aveva visto la prima «crepa» del Muro, aperta sul confine fra Austria e Ungheria da turisti tedeschi con passeggini e cestini da picnic; Franco Venturini analizza quali realtà per noi ora normali siano legati a quell’avveniment­o, da Internet alla globalizza­zione dei mercati. C’è molto altro, compresa una sezione dedicata a spiegare quell’epoca ai Millennial e ai ragazzi: sono nati dopo ma vivono in un tempo in cui di Muri ce ne sono molti, nel mondo. Capire quell’epoca può servire anche adesso.

Ci sono pure David Bowie, Lucio Dalla e Bruce Springstee­n. Il primo ha creato a Berlino Est i suoi «Eroi per un giorno», il cantautore bolognese pensò alla sua canzone Futura su una panchina davanti al Muro seduto accanto a Phil Collins, il Boss del rock suonò nella capitale comunista un anno prima della caduta a un concerto organizzat­o per dimostrare l’apertura del regime. Lui, però, alla folla disse: «Sono venuto nella speranza che un giorno tutte le barriere verranno abbattute». La musica, i film, i libri, e poi la nostalgia per gli oggetti della Ddr, come la auto Trabant e gli omini dei semafori di Berlino (li chiamiamo Ostalgie)… Anche questi strumenti ci aiutano a rispondere alla domanda: la promessa di quel 9 novembre di trent’anni fa è stata mantenuta?

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