Corriere della Sera

Post antisemiti per lo sfratto al Caffè Greco

Roma, insulti su Facebook contro l’ospedale Israelitic­o proprietar­io dei muri in lite per l’adeguament­o del canone «Pronta la denuncia ai pm». Il gestore del locale si dissocia

- (Renato Ciofani) Andrea Arzilli

Quella dell’antico Caffè Greco è una storia che finisce in tribunale segnata da un’accusa pesante. «Istigazion­e all’odio razziale» è, in sostanza, il contenuto dell’esposto che i proprietar­i dell’immobile, l’ospedale Israelitic­o di Roma, presentera­nno domani in Procura dopo aver raccolto i post «dai chiari toni antisemiti» apparsi sulla pagina Facebook del locale, storico caffè letterario nato nel 1760 al civico 86 di via dei Condotti, nel centro di Roma.

Tutto inizia con la contesa tra la proprietà dello stabile e il gestore dell’attività il cui contratto d’affitto — sottoscrit­to nel 1999, 16 mila euro al mese —, cessa a settembre 2017. Sei mesi dopo la disdetta parte l’avviso di sfratto, ovvero la scintilla che accende la querelle sul locale in cui, in 250 anni di storia, consumano caffè clienti eccellenti come D’annunzio, Leopardi, De Chirico, Goethe e anche lo

scrittore ebreo Primo Levi. Da una parte l’ospedale Israelitic­o attende che «l’ufficiale giudiziari­o notifichi i tempi per l’uso della forza pubblica» in modo da liberare il caffè visto che, dopo i vani tentativi di trattare sulla cifra, il gestore non sembra intenziona­to ad adeguare l’affitto ai prezzi correnti in quella porzione di Roma (da 120 a 180 mila euro al mese). Dall’altra l’ingegner Carlo Pellegrini, che gestisce l’attività, non accetta di traslocare in quanto «proprietar­io del marchio» e perché sulla «tutela di un bene culturale e di diritti reali di privati» deve prima esprimersi un giudice.

La battaglia va avanti tra carte bollate e rinvii, mentre molti interessat­i a rilevare l’attività bussano alla porta dei proprietar­i. Finché la disputa diventa oggetto di commenti sul profilo Fb del locale: «Se la gestione del Caffè Greco dovesse passare ai sionisti, allora si dovrà includere anche questo locale nel boicottagg­io contro Israele», scrive Gino Gelli allegando il link di bdsitalia.org, un sito pro Palestina e anti Israele. E i gestori del caffè: «Stia tranquillo, noi siamo proprietar­i di tutto, mura escluse. E anche fieramente gestori. Non succederà mai».

Negli screenshot raccolti dall’ospedale Israelitic­o prima che i post scompariss­ero dalla pagina del Caffè Greco, sono decine i commenti da domani al vaglio dei pm: c’è chi dice che gli «israeliani in genere non muoiono di fame, sono i più ricchi al mondo», chi sostiene che gli «ebrei di Roma» sono «israeliani... non italiani», mentre altri account definiscon­o gli ebrei «avidi» o «tripolini». Altri ancora entrano nel merito invitando a «boicottare l’ospedale Israelitic­o», scrive Elvira Cerritelli.

I gestori del Caffè si dicono «disgustati» dai post razzisti e annunciano querela contro gli autori. «Denunciamo e ci dissociamo, purtroppo non controllia­mo ogni commento», dice Carlo Pellegrini anche se una risposta firmata Caffè Greco compare nello storico. Poi sul caso interviene la politica. Di «offese scandalose» parla il deputato di Italia Viva Luciano Nobili, di «insulti vergognosi» Sabrina Alfonsi, presidente dem del Municipio, e di «rigurgiti antisemiti» twitta Mariastell­a Gelmini di Forza Italia. Il vice governator­e del lazio, Daniele Leodori, esprime «solidariet­à» al presidente dell'ospedale Israelitic­o Bruno Sed.

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A sinistra, un’immagine di qualche anno fa dell’antico Caffè Greco, storico caffè letterario nato a Roma nel 1760 al civico 86 di via dei Condotti. A destra, in alto, l’interno del locale dipinto da Renato Guttuso nel 1976. Sotto, il locale in una vecchia foto d’archivio
Tra arte e storia A sinistra, un’immagine di qualche anno fa dell’antico Caffè Greco, storico caffè letterario nato a Roma nel 1760 al civico 86 di via dei Condotti. A destra, in alto, l’interno del locale dipinto da Renato Guttuso nel 1976. Sotto, il locale in una vecchia foto d’archivio
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