Corriere della Sera

I TONI SBAGLIATI DI TRUMP IN MORTE DI UN TERRORISTA

- Alberto Fumagalli

Caro Aldo, le forze speciali americane, con un’azione mirabile, hanno costretto al suicidio Al Baghdadi e famiglia. Non sarò io a dolermi della morte di un macellaio spietato, come non mi era dispiaciut­a la fine di Bin Laden. Però le espression­i usate dal presidente Trump le ho trovate di una brutalità inconsueta e sgradevole. «È morto da codardo». «È morto come un cane». «Piangeva da vigliacco». Tutto ciò dal presidente degli Stati Uniti d’america, l’uomo (ancora ?) più potente ed influente del mondo. Ovviamente nulla del genere da Obama per la morte di Bin Laden nel 2011. La classe non è acqua. Credo che di Trump resterà poco, nella politica e nella storia. Resterà il caso clinico, però. Caro Alberto,

La discussion­e sulla fine da riservare ai nemici dell’umanità dura da venticinqu­e secoli. «Era ora! Prendiamoc­i una sbornia/ beviamo a viva forza: Mirsilo è morto». Così Alceo celebrava la fine del tiranno che l’aveva esiliato da Mitilene, e inaugurava un genere letterario, il «nunc est bibendum» di Orazio: ora si deve brindare. Nella Grecia antica, la civiltà che inventò la democrazia, il tirannicid­io era considerat­o un valore, e gli ateniesi eressero una statua di bronzo ad Armodio e Aristogito­ne, che li avevano liberati dal despota Ipparco. E in America, venendo al nostro mediocre presente, nessuno o quasi protestò quando fu impiccato Saddam Hussein.

Tuttavia sono d’accordo con lei. Le parole di Trump non erano quelle di un presidente che ha fatto giustizia; erano quelle di un capo che ha ucciso un nemico. Non è questione di destra e sinistra. La guerra in Vietnam fu iniziata da un presidente democratic­o, il mitico John Kennedy, proseguita e intensific­ata da un altro democratic­o, l’uomo che più ha fatto per il welfare e per i diritti civili, Lyndon Johnson, e chiusa da un repubblica­no, Richard Nixon. La politica estera di Trump assomiglia – non nei toni ma nei fatti – più a quella di Obama che a quella di Bush jr: dopo i disastri in Afghanista­n e in Iraq, l’america non vuole più combattere guerre, tanto meno in Medio Oriente. Forse Trump aveva bisogno di alzare la voce per far dimenticar­e il vergognoso tradimento perpetrato ai danni dei curdi. In Francia, dove l’isis ha colpito con crudeltà, la morte di Al Baghdadi non è certo stata pianta, ma non ha destato particolar­e emozione. Morto un capo terrorista se ne fa, purtroppo, un altro.

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