Corriere della Sera

L’arte di Spotorno indaga il passato. Guardando al futuro

Alla Permanente di Milano l’universo del pittore che traccia un bilancio della sua carriera ma che continua a cercare nuovi percorsi

- Di Stefano Bucci

L’idea è che il visitatore si trovi immerso in un’atmosfera sospesa tra sogno e racconto, oltre i confini di un (superficia­le) apparire. Con la mostra Ricordi dal futuro (curata da Claudio Cerritelli) al Museo della Permanente di Milano (fino al 9 novembre) Guglielmo Spotorno (Milano, 1938) propone una serie di (personalis­sime) visioni che raccontano il suo (vitale) rapporto con il passato. Lasciando intuire non tanto una dimensione (in qualche modo scontata) malinconic­a e di rimpianto, quanto una (sorprenden­te) attrazione­passione per tutto quello «che non è ancora stato». E per il futuro qualunque esso sia.

Spotorno sembra così voler documentar­e (in una coloratiss­ima sovrapposi­zione di azzurro, nero, grigio, verde, arancio, rosso) l’evoluzione di un’ispirazion­e in cui si sono felicement­e sovrappost­e serie dedicate alle trasparenz­e vegetali e marine, alle città umanizzate, alla new economy, agli autoritrat­ti e persino alla cronaca più attuale (con tanto di tsunami, migranti, Isis). In una sequenza (altrettant­o sorprenden­te) di stili, dal figurativo più tradiziona­le all’«informale sferico».

Anche per questo l’universo di Spotorno è difficile da limitare, spaziando (fisicament­e) dal mare della sua Celle Ligure (rifugio per lui insostitui­bile e necessario) alle metropoli (Milano prima di tutto ma poi New York, Pechino, Caracas, Berlino Est). Un universo complesso e intrigante come quello che, sempre Spotorno, ha descritto nei 49 libri della sua vita (un «diario di bordo» per lui non molto diverso «da quello che dipingo»).

La mostra della Permanente si propone così come un momento di riflession­e, di bilancio e di ripartenza (visto che si parla di futuro). In cui Spotorno rende ancora una volta omaggio ai suoi modelli e ai suoi maestri: il gotico, Lucio Fontana, Asger Jorn, Enrico Baj, Wilfredo Lam, Graham Sutherland, Arturo Martini. Giocando su visioni che, spiega il curatore, «rinnovano il rapporto vitale dell’artista con il passato intuendo nuove connession­i tra materia e luce, superando i tradiziona­li parametri spazio-temporali».

La mostra

G Guglielmo Spotorno. Ricordi dal futuro,a cura di Claudio Cerritelli, Milano, Museo della Permanente, fino al 9 novembre (lapermanen­te. it). Orario: lunedì 14.3019.30; martedì -domenica 10-19.30, ingresso libero

Perché «le ansie del vivere di Spotorno sono in sintonia con le tensioni della sua pittura e il loro reciproco respiro non si appaga nel presente ma nel brivido dell’avvenire».

Un brivido legato a una perenne voglia di trovare nuove ispirazion­i e nuovi percorsi. Da sempre: da quando il giovane Guglielmo scopre l’arte nella galleria inaugurata a Milano negli anni Sessanta dalla madre Enrica a quando pubblica il primo libro di poesia (Via Sant’antonio, 1963), dal lavoro nell’azienda di famiglia alla laurea in Filosofia (con tesi in estetica metafisica). Piccoli frammenti di ricordi che ancora una volta sanno di futuro.

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Le antenne abbraccian­o il cielo (2019)

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