Corriere della Sera

Pioli trova Suso e Paquetà gli alleati per affrontare tre esami duri e decisivi

- Carlos Passerini

MILANO Il Diavolo è vivo. Ma per capire se davvero può lottare insieme agli altri per un posto in Europa occorrono controprov­e. Perché quello che s’è visto giovedì contro la Spal ha messo in chiaro che non è affatto uscito dalla crisi. L’ha ammesso anche Stefano Pioli, da tecnico di buonsenso quale è: «Qui c’è tanto da migliorare». Giusto così: raccontars­i balle non servirebbe a niente, anzi, sarebbe peggio, col rischio di azzerare quel passettino in avanti che contro i ferraresi c’è stato. E l’impression­e netta è che, senza quel lampo di Suso, il Milan sarebbe rimasto ancora una volta al buio. Con quella punizione, oltre a trasformar­e i fischi in applausi, l’andaluso ha dato una risposta a chi si chiede come sia possibile che tutti gli allenatori gli abbiano dato fiducia. Gattuso, Giampaolo, ora Pioli: a Suso non rinuncia nessuno. Tutti pazzi? No, la verità è che in una squadra nella quale la qualità non è immensa, rinunciare al suo talento, per quanto incostante, sarebbe peggio. Suso, da parte sua, ha sposato in pieno la linea di Pioli, mostrando su Twitter di non essersi esaltato dopo giovedì: «Un gol non cambia la storia. Non cancella un momento negativo. Né i fischi, meritati. O le critiche, giuste. Un gol ci fa respirare e ci fa capire che la strada è quella giusta, ma è lunga».

Ora servirebbe­ro anche il risveglio di Piatek, la consacrazi­one di Calhanoglu o l’esplosione di Leao, che avendo 19 anni ha giustament­e bisogno dei suoi tempi. Senza gol non si va da nessuna parte. E il Milan ha il 15esimo attacco della A. Colpa anche di un centrocamp­o che produce poco. Bennacer in regia è stato una mezza delusione.

Progressi invece si sono visti dietro. Pioli ci ha lavorato parecchio. Ha puntato l’attenzione soprattutt­o sull’aspetto mentale. E contro la Spal il reparto ha retto: zero gol subiti, dopo che nelle precedenti 6 gare erano stati 12. È da lì che si deve ripartire, da una solidità difensiva che è mancata, in questi primi due mesi. Quando prendi gol dal primo che passa, perdi non solo punti, ma anche sicurezze e fiducia. Contro la Spal si è vista gente con anima. O «spirito», come lo chiama Pioli. Che ora è sicuro: «Iniziamo a pensare da squadra». La testa è più libera, l’ha ammesso Paquetà a Sky e Mediaset: «Prima c’era confusione, ora invece le cose sono più chiare,

I giocatori

Suso: «Un gol non cancella fischi meritati» Il brasiliano: «Prima c’era confusione»

siamo a nostro agio». Esplicita la critica a Giampaolo, come esplicito è l’elogio al normalizza­tore Pioli. La cui linea difensiva a «tre e mezzo» funziona: il reparto è compatto ma allo stesso tempo Theo può sganciarsi. Positivo il debutto da titolare di Duarte. Causa l’infortunio muscolare di Musacchio, lo rivedremo già domani contro la Lazio nella prima delle tre gare crocevia: dopo i biancocele­sti, che vanno a mille, ci saranno prima la Juventus allo Stadium e, dopo la sosta, il Napoli a San Siro. Calendario da brividi. Come affrontare tre ottomila in fila. L’unica cosa da fare è evitare di guardare la classifica. Adesso conta solo restare compatti — ieri a Milanello c’era la dirigenza al completo — e provare ad aggiustare una stagione che non è compromess­a. In attesa che il mercato porti un po’ di esperienza: senza, resterà tutto dannatamen­te difficile.

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Stefano Pioli, 54 anni: 1 pari, 1 sconfitta e 1 vittoria. A sinistra, Suso
(Getty Images, Afp) Normalizza­tore Stefano Pioli, 54 anni: 1 pari, 1 sconfitta e 1 vittoria. A sinistra, Suso
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