Corriere della Sera

«Var? Meglio l’arbitro»

Il tecnico della Juve rilancia De Ligt e attacca la videoassis­tenza

- Paolo Tomaselli

Toccare con mano il primo derby non dovrebbe essere un problema per un ventenne che ha trascinato da capitano il suo Ajax fino alla semifinale di Champions. Ma comunque quella di Matthjis De Light non sarà una notte qualsiasi. L’olandese era assente mercoledì contro il Genoa per un turno di riposo non solo fisico ma anche mentale: è stato subito rimpianto, considerat­o lo spaesament­o mostrato da Rugani al debutto assoluto, ma questa per lui resta una partita fondamenta­le per ritrovare fiducia, dentro e fuori di sé.

Pagato 75 milioni e con un ingaggio annuale che sale fino a 12, nelle tre uscite precedenti, contro Inter, Bologna e Lecce, De Ligt con i suoi tocchi di braccio e di mano ha causato due rigori (netto a San Siro, meno in Puglia), senza dimenticar­e le polemiche per quel rimpallo finito sul braccio contro la squadra di Mihajlovic, che giustament­e non aveva portato al rigore, anche grazie al timbro (silenzioso in quel caso) della Var.

Eppure Maurizio Sarri è un tipo all’antica, che usa le tecnologie più sofisticat­e nella sua profession­e, ma non ha mai amato la videoassis­tenza: «A me piace di più quando gli arbitri in campo arbitrano. In questo momento le regole sono queste, anche se non tutte

d Sarri

Col Napoli siamo andati duetre volte a rendere omaggio al Grande Lo ritenevo obbligator­io perché la leggenda del Grande Torino è uno dei miti dello sport italiano

Gioiello Matthijs De Ligt, 20 anni, costato 75 milioni, è stato il grande colpo del mercato bianconero. Finora, però, l’olandese non ha convinto fino in fondo (Getty Images) a mio modo di vedere sono condivisib­ili, come per esempio il nuovo regolament­o sui falli di mano su cui, nonostante legga e mi informi, non ci capisco niente. Se mi chiedete se a me piace, vi dico di no, anche perché la Var era nata per ovviare errori macroscopi­ci e se viene chiamato tre o quattro volte a partita mi sembra impossibil­e ci siano tanti errori macroscopi­ci. All’estero viene usato diversamen­te».

Forse anche perché il clima generale è un altro e anche gli allenatori si adeguano, considerat­o che lo stesso Sarri ammette «che un paio di chiamate per panchina della Var non basterebbe­ro: sarei a rischio espulsione perché ne chiederei 7-8… ».

La posizione del tecnico è sempre stata coerente anche a Napoli o a Londra «perché la Var rischia di cambiare atmosfera allo stadio». E pazienza se oggi sarà calda a prescinder­e, nel primo derby per l’allenatore, oltre che per De Ligt. Sarri, da sempre molto attento alla storia del Grande Torino, sceglie la strada di Superga per andare incontro all’avversario: «Col Napoli siamo venuti due-tre volte a maggio, pressappoc­o nei giorni della tragedia e mi sembrava doveroso andare a rendere omaggio a un mito dello sport. L’abbiamo fatto e molto volentieri. Lo ritenevo obbligator­io perché la leggenda del Grande Torino è uno dei miti dello sport italiano».

La storia adesso la scrive la Juventus e dopo le ultime partite col brivido, è pronta a farlo anche in una serata «che non è come tutte le altre». Ci potrà riuscire più facilmente se rientrano anche Pjanic e Higuain, ancora non al meglio, ma pronti a tornare per dare una mano.

Come De Ligt: in senso figurato, s’intende.

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