Corriere della Sera

La sconfitta di Monfils a Parigi qualifica un azzurro alle Atp Finals dopo 41 anni

- Gaia Piccardi

Spettatore non pagante ma molto interessat­o, Matteo Berrettini riceve dall’avversario che aveva piegato in un rocamboles­co match nei quarti di finale dell’open Usa il via libera per Londra. Dopo 41 anni un tennista azzurro torna a qualificar­si per il prestigios­o torneo di fine stagione, quel Rotary Club che nella storia ha cambiato nome (The Masters, Atp Tour World Championsh­ip, oggi Atp Finals), formula e città (da Tokyo ‘70 a Londra 2020, poi dal 2021 prenderà casa per cinque anni a Torino), senza mai mutare pelle: i migliori 8 giocatori del mondo, divisi in due gironi, si sfidano per eleggere il maestro dei maestri.

La strada per la O2 Arena di Londra (10-17 novembre) passa ancora dalle ugge di Gael Monfils, talento irrequieto e incostante, vicinissim­o a Berrettini nella Race che al Master 1000 di Parigi Bercy — con Nadal, Djokovic, Federer, Medvedev, Thiem, Tsitsipas già sicuri di una camera con vista sul Tamigi — ha visto cadere strada facendo Bautista Agut, Goffin e Wawrinka, mentre Zverev agguantava il settimo biglietto della lotteria e a litigarsi l’ultimo posto rimanevano Berrettini sconfitto da Tsonga e proprio Monfils, costretto dall’aritmetica ad arrivare almeno in semifinale. Sopravviss­uto per il rotto della cuffia all’ottavo con Albot, però, l’enfant du pays ha ceduto a corto di fiato ed energie al canadese Denis Shapovalov (6-2, 6-2), un biondino

Dritto

Matteo Berrettini, 23 anni, romano, è il terzo azzurro al Master di fine anno (Epa) che da ieri ha qualche tifoso in più anche in Italia. Grazie alla sconfitta Matteo ha potuto così mantenere il suo esiguo vantaggio nella Race, garantendo­si un ruolo da protagonis­ta al Master, dove sennò sarebbe andato da riserva. «Avrei preferito qualificar­mi senza dipendere da nessuno — ha sospirato Berrettini ieri sera —, ma solo due mesi fa questo traguardo sarebbe stato impensabil­e. Sono felice e non andrò a Londra per fare il turista: mi farò trovare pronto e all’altezza delle Finals. Intanto incasso questo riconoscim­ento per il buon lavoro fatto fino a qui».

L’impresa è tutt’altro che banale. La qualificaz­ione di Matteo colma un vuoto italiano al Master lungo 41 anni: Adriano Panatta a Stoccolma nel ‘75 era stato il pioniere, Corrado Barazzutti a New York nel ‘78 l’ultimo azzurro (Fognini e Bolelli partecipar­ono in doppio nel 2015). Con l’italia, altre sette nazioni saranno rappresent­ate a Londra:

oltre ai soliti noti, Matteo partecipa al ballo dei debuttanti insieme al russo Medvedev e al greco Tsitsipas, con la metà dei maestri Under 23. Berrettini, che alla viglia di una cavalcata entusiasma­nte lo scorso marzo era numero 57 del mondo, si assicura di chiudere la stagione nei top10 (n.9), a riprova di un salto di qualità decisivo. A Londra, oltre ai più forti, lo aspetta l’ennesimo tabù: né Panatta né Barazzutti hanno mai vinto un match al Master.

Tempismo perfetto

Il romano debutta da n.9 del mondo al torneo che dal 2021 prenderà casa a Torino

 ??  ??
 ??  ?? Panatta ‘75
A Stoccolma, Adriano Panatta (foto in alto) cede nel girone di ferro a Arthur Ashe (vincitore di Wimbledon), Ilie Nastase e Manolo Orantes (vincitore dell’open Usa) Barazzutti ‘78 A New York, al Madison Square Garden, Corrado Barazzutti (foto in basso) si arrende a Eddie Dibbs, Brian Gotfried e Raul Ramirez
Panatta ‘75 A Stoccolma, Adriano Panatta (foto in alto) cede nel girone di ferro a Arthur Ashe (vincitore di Wimbledon), Ilie Nastase e Manolo Orantes (vincitore dell’open Usa) Barazzutti ‘78 A New York, al Madison Square Garden, Corrado Barazzutti (foto in basso) si arrende a Eddie Dibbs, Brian Gotfried e Raul Ramirez
 ??  ?? Antenati
Antenati

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy