Corriere della Sera

Si salvò dal crollo a scuola Era bimba, ora insegna

Il sisma del 2002 in Molise uccise 27 bambini

- di Peppe Aquaro

Veronica, quando il terremoto del 2002 in Molise fece crollare la sua scuola uccidendo 27 bambini e una insegnante, si salvò per miracolo. C’era anche lei tra quei banchi di San Giuliano di Puglia ricoperti di calcinacci, legni e mattoni sbriciolat­i. E oggi, 17 anni dopo, Veronica farà la maestra. «È una seconda vita», racconta emozionata.

SAN GIULIANO DI PUGLIA (CAMPOBASSO) «Didattica e pedagogia al servizio dei bambini con disturbo post-traumatico da stress: l’esperienza di San Giuliano». Ma potrebbe esserci un altro sottotitol­o, stampato nel cuore e nella mente di Veronica D’ascenzo, autrice della tesi di 130 pagine discussa poche settimane fa all’università romana della Lumsa: «Perché non accada mai più».

Veronica ha 25 anni e il 31 ottobre del 2002 si trovava anche lei tra i banchi della scuola molisana «Jovine», a San Giuliano di Puglia (Campobasso), quando una scossa di magnitudo 6.0 seppellì 27 bambini e la maestra Carmela Ciniglio. «Il rumore fortissimo, un boato, i vetri delle finestre in frantumi, il muro alle nostre spalle che ci crollava addosso. E di fronte a me la maestra con le mani sul volto. Poi, niente: otto ore di buio, prima di essere salvata. E rivedere la luce: la mia seconda vita», ricorda Veronica, che presto racconterà la sua storia in un libro.

Da settembre insegna all’istituto romano San Giuseppe al Trionfale-opera don Guanella. «Ho tredici alunni di tre anni: mi coccolano e dicono che sono una maestra bellissima». E magari Veronica, mentre glielo dicono, pensa alla sua maestra, che non ce l’ha fatta a vederla crescere e realizzars­i. «Certo, penso alla dolcissima maestra, così come alla mia compagna Martina, alla quale ho stretto la mano fino a quando le sue dita non sono diventate fredde. La chiamavo e non rispondeva». Cosa pensa una bambina di sette anni in quel momento? «Io e Rachele per tenerci sveglie pregavamo. Abbiano pensato che Martina stesse sempliceme­nte dormendo». Rachele, come Veronica, ce l’ha fatta. «Lei è rimasta in Molise, lavora nell’azienda di famiglia: quelle poche volte che scendo a trovare i miei, se la incontro è sufficient­e guardarci negli occhi. Senza parlare».

La mattina del 31 ottobre, alla seconda ora, quando i bambini della II elementare, la classe di Veronica, sono stati divisi e accompagna­ti in altre classi perché mancava una insegnante, D’ascenzo si trova con Martina e Rachele nella classe di suo cugino Luigi, in prima elementare. «Quell’aula era vicinissim­a alla scala che portava al piano superiore, costruito un paio di mesi prima e ultimato senza collaudo finale», racconta la ragazza. «La mia tesi è un modo per non dimenticar­e Luigi, e ricordare quanto sia importante la prevenzion­e: prima di quel giorno, a scuola, non era mai venuto nessuno a dirci cosa fare in caso di terremoto». Lei si è salvata mettendo la testa sotto un grande tavolo di legno che si trovava lì, quasi per caso: «Ricordo di essermi pure lamentata perché era troppo alto e non riuscivo a poggiarci i gomiti».

Dopo, non è stato facile. «Non c’era un posto libero in ospedale, e le prime cuciture le ho subite senza anestesia, seduta su una sedia. Piangevo, ma sentivo di dover andare avanti, pensando a mio cugino Luigi: ogni giorno gli mandavo un piccolo ovetto di cioccolato». Nel corso degli anni, ha conosciuto la determinaz­ione di zia Nunziatina, mamma di Luigi, che oggi si occupa di sicurezza scolastica. «Poche settimane fa, sono stata invitata a un convegno sulla sicurezza scolastica: tutti sanno quanto sia importante, soprattutt­o la prevenzion­e, ma poi si finisce per chiudere un occhio. Non ci sono fondi, o magari si preferisce investirli nel verde».

Nessuna amarezza in Veronica. Piuttosto, tanta determinaz­ione. «Appena ho iniziato a insegnare al San Giuseppe al Trionfale mi è capitata una seconda elementare, con bambini di 7 anni, la mia età nel 2002. Ma la mia storia deve restare fuori dalla classe: voglio soltanto vederli crescere in aule sicure. Senza tende o prefabbric­ati». Veronica ha dedicato la tesi a suo cugino Luigi. «Vivo sarà il suo ricordo nei miei passi».

Sotto le macerie

«Ho stretto la mano alla mia amica Martina finché le sue dita sono diventate fredde»

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Veronica D’ascenzo, 25 anni. Il 31 ottobre del 2002 era tra i banchi della scuola di San Giuliano di Puglia che crollò per il terremoto uccidendo 27 bambini
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Veronica D’ascenzo, 25 anni
Laureata Veronica D’ascenzo, 25 anni

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