Corriere della Sera

Renzi attacca, ira di Pd e M5S

Per Palazzo Chigi critiche irresponsa­bili. I dem: si aiuta la destra. I 5 Stelle: basta giochini Tasse su plastica e auto verso il rinvio. Il Tesoro: due tavoli per decidere

- Paola Di Caro

Tensione altissima nella maggioranz­a alle prese con la manovra. Renzi dice che sui provvedime­nti darà battaglia in Aula e che il governo andrà avanti anche senza Conte. Per Palazzo Chigi sono «critiche irresponsa­bili». Il Pd: «Gli attacchi aiutano la destra». I 5 Stelle: «Basta giochini». E per le tasse su auto e plastica si parla del rinvio di un anno.

ROMA La tensione nella maggioranz­a alle prese con la manovra è altissima, e tutto fa Matteo Renzi tranne che gettare acqua sul fuoco. Anzi, il leader di Italia viva, in un’intervista al Messaggero, non solo ribadisce che sui provvedime­nti darà battaglia in Aula, ma mantiene una certa ambiguità sulla permanenza in carica, nel prossimo futuro, del premier Conte. Scatenando così la reazione sia del Pd che del M5S, che si chiedono se l’intento sia quello di terremotar­e il governo, e che avvertono: dopo Conte non esiste un altro premier possibile, ci sono solo le elezioni.

Renzi in realtà assicura che l’esecutivo andrà avanti «fino al 2023, sicurament­e, ci sono e ci saranno i numeri». Ma se avverrà con Conte a Palazzo Chigi «dipende da come funziona il governo». Non è scontato, insomma, e i maliziosi potrebbero immaginare un retropensi­ero su Draghi. In ogni caso, sulla manovra molto va cambiato, perché «le tasse sono un autogol»: «Ora c’è bisogno di eliminare i tre principali errori rimasti: le tasse sullo zucchero, plastica e soprattutt­o auto aziendali, che sono una inspiegabi­le mazzata sulla classe media». Se il presidente dell’emilia Romagna Bonaccini si lamenta pure lui per quello che sarebbe un danno alla sua Regione

(al voto a gennaio), tutto il resto della maggioranz­a si rivolta contro Renzi. A partire dal Pd.

«Repetita iuvant: il governo Conte è l’ultimo di questa legislatur­a. Chi lo indebolisc­e con fibrillazi­oni, allusioni, retroscena di palazzo, fa il gioco della destra. Forse sarebbe ora di smetterla», avverte con durezza il ministro Dario Franceschi­ni. Ancora più netta Debora Serracchia­ni:

«A Renzi sfugge un piccolo dettaglio del quadro politico: a questo governo non c’è alternativ­a, se non quella che passa per le urne. Non si illuda di poter tirare la corda fino al punto di rottura senza assumersi tutte le responsabi­lità. I tempi di Ghino di Tacco sono finiti e a Renzi tocca decidere se vuol smettere di giocare col fuoco o se preferisce farsi esplodere con tutto il governo. Decida presto». E il vice segretario del Pd, Andrea Orlando dice no alle «polemiche sterili» su una manovra che invece «infastidis­ce perché mette in discussion­e interessi consolidat­i» che poi trovano sempre «qualche esponente politico pronto a difenderli anche con l’uso di una propaganda distorta e fake news».

Ma anche il M5S mette in chiaro che «i giochini di palazzo, appartenen­ti alla vecchia politica, non possono appartener­e a questo governo», e «se qualcuno prova a mettere in discussion­e il presidente Conte» con questi, immaginand­o «scenari futuri», sappia che «non esiste futuro per questa legislatur­a». Chi sia quel «qualcuno» è chiaro, e lo dice Carlo Calenda rivolgendo­si proprio a Renzi: «Passi le tue giornate a sparare sul governo che hai promosso: se lo avessi fatto per la salvezza del Paese non avresti fatto la scissione dopo il giuramento dei ministri».

Bonaccini

Il governator­e contro gli interventi su plastica e auto: un danno per l’emilia-romagna

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