Corriere della Sera

Rai, alta tensione sugli incarichi Il Pd sul Tg1, FDI chiede spazio

In lizza anche gli ex Maggioni e Orfeo. L’ad Salini ha 10 giorni di tempo per chiudere

- Antonella Baccaro

Sarà l’11 novembre la data delle nuove nomine nel consiglio d’amministra­zione Rai. O più probabilme­nte il 15, dopo la seduta della commission­e di Vigilanza. Di certo al settimo piano di Viale Mazzini c’è grande agitazione: l’intenzione dell’amministra­tore delegato Fabrizio Salini di procedere prima all’indicazion­e dei titolari delle nove nuove megadirezi­oni trasversal­i previste dal suo piano, per poi occuparsi di quello che c’è sotto, cioè reti e tg, è messa in discussion­e dal pressing dei partiti di maggioranz­a e non solo. E come se non bastasse, le candidatur­e di peso si moltiplica­no, come quelle dell’ex presidente Monica Maggioni (ora a Raicom) e dell’ex direttore generale Mario Orfeo. Ma anche di Antonio Marano, il leghista che era stato messo in ombra dalla gestione salviniana e che ora sarebbe ritornato in buoni rapporti col Carroccio.

Salini in consiglio ha mantenuto buoni rapporti con l’ex maggioranz­a: il M5S ovviamente, che lo ha indicato e gli ha bollinato il piano. Ma anche Lega e FDI che lo hanno sempre sostenuto e che adesso sembrano disposti a votarne le prossime nomine, sia pure a certe condizioni (FDI, ad esempio, vorrebbe passare all’incasso di una rete o un Tg dopo l’exploit di Giorgia Meloni in Umbria). Quanto al presidente «sovranista» Marcello Foa, il segretario della Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, continua a sostenere che se è ancora lì, è perché il Pd non ha voluto dargli la spallata. Si spieghereb­be anche così la permanenza (finora) di Teresa De Santis alla direzione di Rai1 e di Gennaro Sangiulian­o al Tg2. E la direzione e condirezio­ne del TGR ancora in mano alla Lega.

E in effetti se c’è qualcosa che il Pd ha messo nel mirino ultimament­e non sono tanto le poltrone ancora detenute dai «sovranisti» ma quelle occupate dal M5S: due in particolar­e. La prima è tutta politica: la delega alle Telecomuni­cazioni che il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, non vorrebbe assegnare allo zingaretti­ano Gian Paolo Manzella. L’altra è quella del Tg1, in mano a Giuseppe Carbone, in grave difficoltà con gli ascolti. Si dice che Salini avrebbe previsto di assegnare a Stefano Coletta (ora a Rai3) in quota Pd, la direzione di Rai1, promettend­ogli per il futuro una nuova direzione d’intratteni­mento. In più al Pd sarebbe anche andata la megadirezi­one dell’approfondi­mento giornalist­ico, destinata a Antonio Di Bella (ora a Rainews). Tutto il resto delle assegnazio­ni avrebbe ruotato intorno a questo schema, compresa una Rai2 affidata a Ludovico Di Meo (in quota FDI) o a Antonio Marano (Lega). Ma l’insistenza del Pd sul Tg1 rischia di far saltare tutto e di riaprire tutti i giochi. Nei quali s’inseriscon­o ora nomi di peso, come Mario Orfeo e Monica Maggioni, per i quali non è pensabile una direzione di secondo piano. Dubbi da sciogliere nei prossimi dieci giorni.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy