La linea italiana: «Avvicinare Israele all’ue»
«Avvicinare GERUSALEMME Israele all’europa». Enzo Amendola sembra voler impegnare il governo italiano nella campagna per convincere l’ue ad allargare e integrare le relazioni con lo Stato ebraico: «Dal 2005 c’è un accordo di associazione su commercio, ricerca e scambi economici. Non basta più», dice al Foglio il ministro per gli Affari Europei. Il quotidiano ha rilanciato poche settimane fa una battaglia di Marco Pannella e dei radicali: «Portare Israele in Europa» come risposta all’antisemitismo. L’appello arriva in un momento in cui i rapporti tra la maggior parte dei Paesi europei e Benjamin Netanyahu, ancora premier in questa fase di transizione, sono ai minimi. Fra una decina di giorni la Corte di giustizia in Lussemburgo deve decidere se rendere obbligatoria l’etichetta per specificare che alcuni prodotti distribuiti come «made in Israel» vengono dalle colonie in Cisgiordania. Il premier ha cercato di dividere il fronte europeo — che considera ostile — costruendo un’alleanza col gruppo di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia). Le relazioni tra Israele ed Europa potrebbero migliorare attraverso il gas naturale: l’ue spera di poter diversificare le fonti di energia — e ridurre la dipendenza dalla Russia — grazie al giacimento Leviatano, al largo di Haifa. Nei tubi sottomarini dovrà passare anche una fase diversa delle intese politiche. E il nuovo governo deve chiarire che ruolo avrà l’italia nel progetto.