Boom della carie nei bambini «A dieci anni colpisce il 44%»
Prima causa l’eccesso di zuccheri. Il nodo dei costi delle cure
È felice, Giorgio, quando riesce ad afferrare la palla. Il sorriso gioioso mostra una sfilza di dentini cariati, neri, consumati fino alla gengiva. Sorprende vederli in un bimbetto. Sembra un’immagine del Dopoguerra invece è dei giorni nostri. La carie resta la compagna fissa dell’universo infantile con percentuali sproporzionate rispetto alle potenzialità di cura del servizio sanitario pubblico. Mina i denti da latte del 3% dei piccoli con meno di 2 anni, sotto i 3 la percentuale raddoppia al 6%, a 4 tocca il 22%, dai 10 anni sfonda il 44 per cento. Colpa dello zucchero, di un’alimentazione troppo dolce già nel biberon e dell’assenza di prevenzione.
I dati verranno presentati a fine mese al congresso nazionale della Sioi, la Società italiana di odontoiatria infantile in programma a Milano. Sono stati raccolti con interviste telefoniche a 3.500 famiglie da Doxa e Istituto Mario Negri. «Le percentuali italiane sono in assoluto molto alte. Se la malattia viene trascurata, con la crescita i problemi aumentano e si ripresentano. Il sistema sanitario fa fatica a dare risposte adeguate anche se in via teorica i trattamenti sono gratuiti», denuncia il fenomeno dell’insostenibilità dei costi Luigi Paglia, presidente della Sioi.
Il sogno di un’odontoiatria per tutti, grandi e piccoli, resta sulla carta. Nella realtà l’elevato peso economico non sempre viene sostenuto dalle casse delle Regioni, lunghe le liste di attesa. La situazione è diversa a seconda delle zone del Paese. E così molti piccoli pazienti, terrorizzati oltretutto dall’incontro col dentista (la cosiddetta ansia dentale che colpisce un bimbo su sette e oggi può essere risolta
L’età consigliata per la prima visita odontoiatrica con una leggera sedazione) sfuggono alle cure o vengono trattati fuori tempo. Prevenzione? Poca. Eppure una diagnosi precoce può arrestare la progressione della malattia. Secondo Paglia questo sistema «ha portato l’italia allo sviluppo di un percorso privatistico di attesa dove il cittadino paga».
Al congresso il tema verrà affrontato in una tavola rotonda coordinata da Raffaella Docimo, docente di Odontoiatria pediatrica all’università di Tor Vergata: «Resta ad ogni età il divario tra questa e le altre discipline. Bisogna convincersi che la cura dei denti è un problema medico, non estetico e che la salute della bocca è un diritto. Nelle fasce a basso e medio reddito le patologie
Corriere.it Leggi tutte le notizie e segui gli aggiornamenti sul sito del «Corriere della Sera» orali sono gravemente trascurate e le cure non sono alla portata di tutti».
In Lombardia il trattamento della carie costerebbe al Servizio sanitario nazionale oltre 36 milioni di euro, ma la prevenzione con campagne informative e sigillature (applicazione di una lastra protettiva) dei primi molari permanenti ridurrebbe la spesa di almeno 10 milioni.
La rivista Lancet a ottobre ha lanciato l’allarme denunciando che a livello mondiale «l’odontoiatria non è tra le priorità dei governi, la bocca viene considerata una parte staccata dal corpo». Tra le cause della carie, il prolungato uso del biberon riempito di latte, miele e sostanze zuccherate, specie se la poppata avviene di notte quando il flusso salivare è fortemente ridotto. Attenzione anche all’allattamento al seno cui deve seguire la detersione delle gengive e dei primi dentini. La Sioi lancerà una campagna di sensibilizzazione per le donne in gravidanza: la mamma dovrebbe seguire corretti schemi di alimentazione e igiene orale. Uno stile di vita da trasmettere al nascituro. Nella dieta dei bambini le calorie derivate dagli zuccheri sono il 18% anziché il 10% raccomandato.
La prevenzione
È scarsa così che molti piccoli sfuggono alle terapie o vengono trattati fuori tempo