Corriere della Sera

«Ho vissuto gli anni 70 fino in fondo, senza fidarmi delle ideologie. Avevo voglia di credere in una società ideale, in un’utopia. Poi ho scoperto che non esiste»

La battaglia tra esercenti e colosso dello streaming

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Èscontro tra esercenti e Netflix. In Italia Irishman di Martin Scorsese, distribuit­o dalla Cineteca di Bologna, sarà proiettato da domani in un numero selezionat­o di sale per tre giorni. Ma saranno poi i singoli esercenti a scegliere quanto tenerlo in cartellone. Negli Stati Uniti ha invece debuttato venerdì scorso in otto sale a Los Angeles e New York, tra cui gli storici Egyptian Theatre e il Belasco, prima di essere proiettato dall’8 e fino al 26 novembre in un numero ridotto di sale di altre città. Dal 27 novembre inizierà poi la distribuzi­one in streaming su Netflix. L’uscita limitata del film nelle sale è stata definita sulle pagine del New York Times «una disgrazia» da John Fithian, presidente della National Associatio­n of Theater Owners che rappresent­a le grandi catene di distribuzi­one. «È una gran delusione che Netflix e i proprietar­i di cinema non siano arrivati a un accordo per fare uscire il film in molte sale». Nel 2018 Roma di Alfonso Cuaron, sempre prodotto da Netflix, era stato proiettato in 250 sale Usa.

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A casa dei miei non c’era l’abitudine di leggere. Ma da ogni finestra usciva musica

Oltre ai titoli Marvel lasciate posto ad altri o i ragazzi penseranno solo in quel modo

tale sul ringiovani­mento ho dovuto utilizzare una macchina da presa speciale e naturalmen­te digitale».

Lei ha dichiarato che i film di super-eroi si avvicinano più ai parchi di divertimen­to che al cinema.

«L’ho detto e lo confermo. I parchi di divertimen­to sono luoghi fantastici quando si è bambini, ma poi si cresce. Non sto dicendo di non fare i film della Marvel, dico solo: lasciate un po’ di posto anche ai nostri film. Lo dico perché sono preoccupat­o del fatto che tutto ruoti sempre intorno al concetto di super uomo, di Übermensch: se ci sono solo quei film, i ragazzi penseranno solo in quel modo, dimentican­do che un essere umano a volte deve prendere delle decisioni che non vorrebbe prendere, che esistono le contraddiz­ioni, che il mondo non si divide solo in buoni o cattivi. Voglio che i giovani sappiano che quei film non sono vero cinema, sono un’altra cosa. Ma se non possono vedere gli altri film, come possono capirlo?».

La sua scelta di far produrre «The Irishman» da Netflix ha suscitato qualche polemica.

«Negli ultimi trent’anni ho sempre lavorato con produttori indipenden­ti ma non ho trovato nessuno per questo film (il costo si è aggirato intorno ai 160 milioni di dollari, circa 144 milioni di euro, ndr). Solo Netflix ha accettato di finanziare interament­e il progetto lasciandom­i totale libertà creativa. In cambio ha voluto la possibilit­à di programmar­lo in streaming in contempora­nea con la distribuzi­one nelle sale. Mi è sembrato uno scambio equo. Soprattutt­o se penso che alcuni miei film, come Re per una notte, sono stati al cinema due settimane e poi sono spariti. Certo, l’ideale è vedere i film al cinema, ma prima bisogna farli per poterli vedere».

Cosa è orgoglioso di aver lasciato con la sua opera.

«Le racconto cosa mi è capitato mentre stavo facendo dei sopralluog­hi nel Midwest, in Oklahoma. Stavo guidando da ore, intorno a me c’erano solo distese di campi e una mucca ogni tanto. Poi, in mezzo a quel nulla mi è apparso un ranch, circondato da erba a perdita d’occhio. Io ero stanco morto, faceva un gran caldo, era agosto: ho deciso di fermarmi. Mi hanno accolto una madre col figlio, gentilissi­mi. Ricordo che avevano anche un cane. Ci siamo stretti la mano e il ragazzo, molto gentile, mi ha chiesto di fare una foto. Poi mi guarda e mi chiede se può farmi una domanda. Io immagino già che sia la solita: “Quale dei suoi film preferisce?”. E invece lui mi chiede: “Ha contribuit­o lei a distribuir­e La clessidra di Wojciech Has?”. Sono rimasto senza parole. Un ragazzo che viveva in mezzo al nulla aveva visto quel film che io avevo fatto restaurare e distribuir­e e lo aveva trovato meraviglio­so. “Mio fratello e io poi abbiamo recuperato tutti gli altri film di Has e anche altri titoli polacchi” ha aggiunto. Una persona in mezzo al nulla... Ecco, forse una cosa buona l’ho fatta».

 ??  ?? Insieme Martin Scorsese, 76 anni, al centro, tra Al Pacino, 79 (a destra), e Robert De Niro, 76
Insieme Martin Scorsese, 76 anni, al centro, tra Al Pacino, 79 (a destra), e Robert De Niro, 76
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Il film Irishman di Martin Scorsese con Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci uscirà da domani in un numero selezionat­o di sale Dal 27 sarà distribuit­o su Netflix
La locandina Il film Irishman di Martin Scorsese con Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci uscirà da domani in un numero selezionat­o di sale Dal 27 sarà distribuit­o su Netflix

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