Corriere della Sera

Maradona in trono nella città di Messi: si chiude la sfida tra il Pibe e la Pulce

L’omaggio a Diego dei tifosi rivali di Rosario

- Di Tommaso Pellizzari

Questa foto di Diego Maradona seduto su un trono a bordocampo (invece che in panchina) non è solo un piccolo capolavoro estetico. È un’immagine che potrebbe avere anche valore storico: nel senso che potrebbe una volta per tutte porre fina a una discussion­e che il mondo porta avanti da 15 anni, cioè da quando nel calcio è apparso Leo Messi: meglio lui o Diego?

La foto è stata scattata il 29 ottobre, vigilia del compleanno numero 59 del Pibe. La squadra di cui è allenatore, il Gimnasia La Plata, doveva giocare a Rosario contro il Newell’s Old Boys. Partita complicata: i rosarini stavano nella parte alta della classifica, il Gimnasia era penultimo con 4 punti. L’arrivo di Maradona fino a quel momento non aveva cambiato molto. Chiamato dopo un inizio disastroso (un punto in 5 partite), Diego non aveva invertito più di tanto la tendenza: quattro sconfitte e una sola vittoria, ma contro gli ultimi in classifica del Godoy Cruz.

E sì che Maradona non aveva portato solo il suo carisma nel club di La Plata, 60 chilometri a Sud-est di Buenos Aires. L’ex re di Napoli aveva introdotto anche tutte le sue scaramanzi­e, compresa l’eliminazio­ne del verde che Diego ha imparato a temere da Carlos Bilardo, il c.t. con cui vinse il Mondiale nel 1986 (molti calciatori del Gimnasia avevano le scarpe proprio di quel colore o anche con dei semplici inserti cromatici: hanno dovuto cambiarle tutti). Poiché però la situazione non migliorava, Maradona ha aggiunto al suo look un cappellino da baseball, omaggio del leader del Venezuela Nicolas Maduro. Diego lo indossava anche al momento del suo ingresso in campo a Rosario. Dove ha trovato il regalo di compleanno preparato per lui dal Newell’s Old Boys, in cui aveva giocato solo 5 partite tra il 1993 e il 1994: il trono, appunto. Diego prima lo ha autografat­o, poi ci si è seduto guidando i suoi alla seconda vittoria. Un bello 0-4, nello stadio dedicato a una delle glorie locali (per quanto ancora vivente): l’allenatore Marcelo Bielsa.

Sì, perché Rosario è una città che al calcio argentino ha dato molto. Anzi, molti. Da Tomas Felipe Carlovich (genio solo potenziale, ma che per Maradona resta il più grande talento del futbol) a Jorge Valdano, Angel Di Maria e Mauro Icardi. E poi, appunto, Leo Messi. Che nelle giovanili del Newell’s ha giocato cinque anni, dal 1995 al 2000, prima di trasferirs­i dodicenne al Barcellona.

Quindi, riassumend­o: in uno dei Paesi dal più alto tasso di rivalità calcistich­e al mondo, una città decide di fare un omaggio mai visto a un forestiero che continua ad allungare la sua ombra sulla fama del figlio prediletto.

Non saltate subito alla conclusion­e più facile, però: l’inchino di Rosario a Maradona non sancisce la resa finale di chi sosteneva che Messi fosse più grande. Quella foto chiude sì la discussion­e, ma in un altro senso, che va ben oltre la tecnica o i trofei dei due. Anche perché è un dibattito che difficilme­nte si può staccare da certezze ormai acquisite: il sinistro di Maradona è sì migliore di quello di Messi, ma Leo ha un destro e un colpo di testa nettamente superiori. Diego ha portato l’argentina a vincere il Mondiale che alla Pulce manca, è vero. Ma era un altro calcio, in cui a un fuoriclass­e un’impresa del genere poteva anche riuscire (nel frattempo, tra l’altro, la questione l’ha sintetizza­ta una volta per tutte qualche mese fa Ramon Besa, firma del quotidiano spagnolo El Pais: «Messi è la sublimazio­ne di un modo collettivo di intendere il calcio, perché altrimenti sarebbe Maradona»).

No, la foto di Rosario dice di più. E altro. Proprio il Mondiale vinto dal Pibe è la prova che nascere con certe doti fa la differenza. Ma altrettant­o contano il carattere e il modo con cui le si mette a frutto. Perciò, smettete di chiedervi se Messi è meglio di Maradona, o viceversa. Le domande corrette sono altre due. Queste: nel 2046, quando Leo compirà 59 anni, ve lo vedete seduto su un trono a bordocampo? E poi: con chi, fra lui e Diego, uscireste una sera per farvi raccontare storie di vita e brevi cenni sull’universo, magari con sorprenden­ti rivelazion­i su chi l’ha davvero creato?

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Diego Armando Maradona, 59 anni, allo stadio Marcelo Bielsa di Rosario, in Argentina, durante una partita del Gimnasia
(Getty) Coach Diego Armando Maradona, 59 anni, allo stadio Marcelo Bielsa di Rosario, in Argentina, durante una partita del Gimnasia
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Maradona allenatore festeggia con Messi il 3-1 con cui l’argentina ha battuto il Messico ai Mondiali del 2010
La carezza Maradona allenatore festeggia con Messi il 3-1 con cui l’argentina ha battuto il Messico ai Mondiali del 2010

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