Corriere della Sera

RE FE REN DUM

- Di Carlo Fruttero e Franco Lucentini

Referendum (s. m.) Inno religioso il cui testo sarebbe opera del padre della Chiesa sant’ambrogio (Treviri 339 - Milano 397), all’epoca in cui era governator­e dell’italia settentrio­nale e si trovò ad affrontare i tumulti della città in rivolta contro il proprio vescovo, seguace dell’eresia ariana. L’abile funzionari­o persuase i milanesi a esprimersi pacificame­nte pro o contro Ario deponendo in un capace cesto (restaurato di recente dalla Cariplo ed esposto al Castello Sforzesco) una foglia di geranio ovvero di carciofo. La larga prevalenza dei «no» gli valse la nomina a vescovo, ispirandog­li il Tantum ergo referendum, che attraverso l’antifonari­o di Gregorio Magno si diffuse poi in Gallia e nei maggiori monasteri d’europa e fu definitiva­mente codificato nel IX secolo con la nascita della scrittura neumatica. Sulla soglia della chiesa venivano consegnati ai cantori dodici miniature con le figure dei dodici apostoli, di cui una serie incompleta è conservata nella biblioteca dell’università di Fulda. Ma il sempre più ricco e complesso gioco tra polifonia propositiv­a e contrappun­tistica abrogativa finì per creare al Referendum una nomea di inno de facto confusiona­le, che attualment­e i monaci benedettin­i di Solesmes si sforzano di riportare alla semplicità originaria del geranio e del carciofo, sia pure in forme stilizzate e plastifica­te.

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