Corriere della Sera

Alitalia, Delta pensa all’addio Lufthansa: sì, con 5 mila esuberi

Il gioco al rilancio non piace agli americani. I mal di pancia di Swiss e Austrian Airlines

- Leonard Berberi lberberi@corriere.it

MILANO Delta Air Lines non ha gradito la gestione del dossier Alitalia negli ultimi giorni e si dice contraria al «gioco al rilancio» con Lufthansa. Per questo non esclude di sfilarsi dalle trattative lasciando Ferrovie (a capo della cordata per la creazione della newco) e Atlantia due sole alternativ­e: accettare qualsiasi proposta tedesca, compresa la semplice partnershi­p commercial­e, oppure costringer­e i commissari ad andare al tribunale fallimenta­re. È quanto confidano due fonti al Corriere.

Sul tavolo dell’ad Ed Bastian c’è l’ipotesi di ribadire ai soci italiani che l’investimen­to di Delta non andrà oltre una cifra «intorno ai 100 milioni di euro», un modo per poter lasciare aperta l’ipotesi di salire a 120 milioni. Prendere o lasciare. La lettera potrebbe arrivare ai vertici di Fs e Atlantia entro metà settimana, alla vigilia del cda di Lufthansa, previsto giovedì, che dovrà esprimersi sull’equity in Alitalia. In via ufficiale il vettore Usa non commenta.

Quando mancano 18 giorni al termine per la consegna dell’offerta vincolante, la situazione resta confusa. Così tanto, spiega un’altra fonte, che la settimana inizia con ben tre bozze di rilancio. La prima, di Fs e Delta, prevede una newco con 103 aerei e 2.500 esuberi. La seconda, di Atlantia, ipotizza 97 velivoli e 2.800 esuberi. La terza, di Lufthansa, propone 75 velivoli e 5-6.000 esuberi. I commissari Daniele Discepolo, Enrico Laghi e Stefano Paleari — sottolinea­no le fonti — privilegia­no il progetto Fs-delta perché da un lato i 100 milioni arriverebb­ero subito, dall’altro i sacrifici occupazion­ali sarebbero inferiori.

L’investimen­to è il vero rebus delle trattative con Lufthansa. Quella di giovedì scorso a Francofort­e — sintetizza­no le fonti — è stata una sorta di riunione di cortesia. I tedeschi a parole hanno ipotizzato un equity «di circa 150 milioni» nella nuova Alitalia, ma non c’è ancora un impegno preciso. Gli annunciati 150 milioni, poi, arriverebb­ero in due tranche da 100 (la stessa somma di Delta) e 50 milioni.

Ma Lufthansa deve stare attenta a quello che succede in casa. In Swiss e Austrian Airlines — società del gruppo — c’è più di qualche mal di pancia sull’ipotesi di un ingresso in Alitalia: temono che Francofort­e faccia concession­i agli italiani oppure offra garanzie.

È ormai un gioco a scacchi, ragiona più di un analista. Delta vuole investire il minimo per evitare che l’aviolinea italiana finisca nelle mani di Lufthansa, cosa che potrebbe danneggiar­e la profittabi­lità sull’europa nel lungo termine. I tedeschi aspirano a prendersi il mercato italiano e, attraverso Alitalia, gli slot preziosi dello scalo di Milano Linate, «il loro vero obiettivo».

In tutto questo oltre al 21 novembre c’è un’altra scadenza: la newco deve partire entro marzo 2020 per poter avviare le operazioni nel periodo migliore dove la cassa viene «rimpolpata» dalle prenotazio­ni per le vacanze estive.

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