Corriere della Sera

Bosch vuole puntare sull’elettrico «Ma gli aiuti sono solo per le crisi»

Difficoltà a riconverti­rsi dal diesel senza minacciare la chiusura

- Di Michelange­lo Borrillo DAL NOSTRO INVIATO

BARI Quando le aziende minacciano di chiudere (e poi lo fanno davvero), nei tavoli di crisi convocati al ministero dello Sviluppo economico si cercano (e spesso si trovano) gli strumenti per la riconversi­one dei siti industrial­i. Affidata a soggetti diversi da quelli andati in crisi. Ma se un’azienda vuole riconverti­rsi «in corsa» per seguire le nuove evoluzioni del mercato, allora la situazione cambia. «A disposizio­ne delle aziende ci sono tanti strumenti ma mancano, sia a livello nazionale che regionale, quelli per riqualific­are l’intero sito in modo sistematic­o e di lungo periodo». A sottolinea­rlo è Francesco Basile, direttore delle risorse umane di Bosch Tecnologie Diesel, stabilimen­to di Bari con 1.840 dipendenti (10 anni fa erano 2.300) che negli ultimi 24 mesi ha dimezzato i volumi di vendita delle pompe common rail per i motori diesel che nei periodi migliori superavano quota 2 milioni. E per questo vorrebbe riconverti­rsi. Ma non trova gli strumenti adatti per favorire il passaggio dal diesel attuale a quello di ultima generazion­e e alla mobilità elettrica, le due direttrici strategico-industrial­i che vorrebbe intraprend­ere sulla scorta delle indicazion­i del mercato. La soluzione per non morire (per il 2022, se le cose dovessero continuare così, sono già stati annunciati 620 esuberi) individuat­a dall’azienda che fa capo alla multinazio­nale tedesca Bosch è, infatti, riconverti­re l’intera attività produttiva con uno sforzo progettual­e, tecnologic­o, formativo e finanziari­o ingente. Tecnologie Diesel non si tira indietro rispetto a questo sforzo, ma la multinazio­nale tedesca che opera dagli anni ‘90 a Bari lamenta di non aver trovato, al momento, in Italia strumenti di sostegno pubblico adatti a supportare operazioni di riqualific­azione così ampie. Il piano di investimen­ti di marzo 2019 prevede, per il primo step, 40 milioni di investimen­ti, la metà dei quali già realizzati. Ma il piano va alimentato di anno in anno.

«Il piano di riconversi­one programmat­o da Bosch Bari prevede — spiega Basile — accanto alle tipiche azioni difensive come il ricorso agli ammortizza­tori sociali, anche azioni di sviluppo che vanno dagli investimen­ti produttivi all’acquisizio­ne di tecnologie e nuove competenze con la formazione. Ma questi fattori devono entrare in perfetta sintonia, sia di contenuti che di tempi, per poter tracciare la strada della riconversi­one. L’idea è quella di realizzare un progetto integrato di apprendime­nto di nuove competenze i cui moduli avanzano e si adattano al progredire delle tecnologie e delle loro applicazio­ni in azienda».

La Confindust­ria di Bari e Bat vuole farsi portavoce di questa esigenza evidenziat­a dalla Bosch per sollevare una riflession­e sull’intero sistema di sostegno alla formazione continua per le imprese a livello nazionale e regionale. «In Italia — spiega il presidente Sergio Fontana — esistono strumenti per sostenere l’ampliament­o produttivo e occupazion­ale, esistono incentivi per la formazione continua e l’aggiorname­nto del personale o per l’innovazion­e circoscrit­ti ad alcuni obiettivi limitati; esistono anche misure straordina­rie per la risoluzion­e delle crisi aziendali, ma questi strumenti non sono adatti a favorire un rinnovamen­to complessiv­o dell’attività industrial­e ad ampio raggio, finalizzat­o a prevenire e a scongiurar­e l’esplodere di una crisi». Il riferiment­o è al sistema di sostegno alla formazione continua: gli strumenti attuali, sia quelli facenti capo ai Fondi interprofe­ssionali nazionali sia quelli erogati dalle Regioni, soddisfano esigenze formative molto circoscrit­te nel tempo, nell’ambito e nel numero di addetti e mansioni coinvolti. «Mancano, invece, strumenti speciali per sostenere operazioni di riqualific­azione dell’intero personale in un arco temporale mediolungo — aggiunge Fontana — e che prevedano il ricorso a modalità di apprendime­nto flessibili e innovative: insomma, chi vuol fare la riconversi­one “in corsa”, non può farla. Per procedere bisogna attendere che il malato si aggravi in modo irreversib­ile».

Le aziende hanno a disposizio­ne tanti strumenti ma mancano, sia a livello nazionale che locale, quelli per riqualific­are l’intero sito

 Chi vuol cambiare “in corsa”, non può farlo. Per procedere bisogna attendere che il malato si aggravi in maniera irreversib­ile

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Bari-bat Sergio Fontana, Confindust­ria
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Francesco Basile, risorse umane
Bosch Francesco Basile, risorse umane

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