La cucina e l’arte di sedurre Uno chef nei luoghi di Monet
● Francesco Marino, già autore di altri due romanzi, presenta il suo libro a Milano dopodomani, martedì 5 novembre, con un gala che si tiene in corso Como 9 alle 20.30. Intervengono all’incontro Vittorio Feltri, Giulio Giorello e Stefano Zecchi. Modera il dibattito Azzurra Noemi Barbuto
Di corsa verso l’amore. Lungo un percorso tortuoso, costellato di colpi di scena. Donne, uomini, sentimenti, dialoghi introspettivi, analisi di modi d’essere. (Strepitosa la descrizione del tipo femminile «gatta morta»). Le pagine stanno in bilico fra l’alta cucina con i suoi superbi menù, le liste di vini pregiati, i luoghi iconici di Parigi, le fughe extra moenia in luoghi altrettanto iconici. La Borgogna, per dire. C’è la Porsche Cayenne ma anche la bici. Questo e tanto altro nel romanzo di Francesco Marino, Lo chef consiglia amore (Cairo). Vite che luccicano. Del resto, i personaggi della storia appartengono alla categoria «ricchi e famosi». O almeno emergenti.
Il racconto ruota attorno a Gilbert, Juliette e Giselle. Altre figure, non meno incisive, appaiono sulla scena. A partire dal numero uno degli enologi-sommelier, Marten Lo Peck. Ma c’è anche Padre Louis, il consigliere spirituale dello chef. Per abbeverarsi delle sue parole, Gilbert, in compagnia di Juliette, si reca a Giverny dove il prete risiede: «Trovammo un paesaggio dolce con una luce calda, sorvolato da nubi mutevoli che si aprivano improvvisamente al sole come nei quadri di Monet...». Già. Giverny non è una città qualsiasi. Il celebre esponente dell’arte impressionista vi dimorò a lungo. Ecco la villa, ecco il suo giardino. E il cimitero dove il pittore riposa.
Narrazione sciolta, trama avvincente, lieto fine. Il sospetto che il protagonista del romanzo — chef parigino di origine italiana, star ai fornelli e in tv, appartamento in rue des Francsbourgeois al Marais, aspirante alla terza stella Michelin, tormentato seduttore, amante della musica — assomigli all’autore, affiora dall’inizio. Anche se Marino, nato a Taormina, di professione fa l’avvocato a Milano (diritto civile, con specializzazione nella contrattualistica dello spettacolo e della moda). Vero è che Gilbert Canton — il nome dello chef — consegnando il file (non sveliamo a chi) della canzone d’amore da lui scritta, Al di sopra di ogni cosa, dice di averla firmata con uno pseudonimo: Francesco Marino. È la conferma, nelle ultime pagine del libro, di ciò che si era intuito.
Lo chef consiglia amore è la terza opera dell’autore; è la prima, tuttavia, che spariglia nella scelta del protagonista. Nei due volumi precedenti, infatti, l’uomo al centro della storia è un legale di successo: vale per Il maestro di donne. Avventure galanti di un avvocato impenitente (Baldini&castoldi) e per Seduzione a sorpresa (Cairo). Qui, l’io narrante si presenta così: «Mi chiamo Francesco De Bellis, di professione avvocato, vivo a Milano. Ho uno studio legale affermato… Mi piace il buon cibo, il buon vino e gli alberghi di lusso. Mi piacciono le donne belle e impossibili… Questa è la mia storia. La storia di una rocambolesca e magica estate che ha cambiato per sempre la mia vita». L’avventura di Gilbert Canton comincia, invece, d’inverno — 14 febbraio, San Valentino — e si chiude lo stesso giorno di un anno dopo. Le donne belle e impossibili ci sono anche nel terzo romanzo: Juliette De Prez, avvenente e introversa sous chef; e la misteriosa Giselle (il cui nome, con altri dettagli, viene scoperto da Albert, primo collaboratore e confidente di Gilbert), ragazza
Il protagonista
Gilbert Canton, un uomo di successo, amante della musica e delle donne belle e impossibili
Legami
Juliette è l’alter ego, l’affidabile interlocutrice a cui Gilbert fa assaggiare i nuovi piatti
affascinante che ogni mattina, all’alba, a bordo di uno scooter, entra nel portone dell’edificio di fronte alla casa dello chef. Lui la spia dalla vetrata. Preso da inquietudine, alimenta in se stesso una passione latente, poetica. Con Juliette, compagna di lavoro, è diverso. Lei è l’affidabile interlocutrice a cui fa assaggiare i nuovi piatti. Rapporto di attrazione e scontro, reciproci. Diversi, ma simili nell’essere intrappolati in una trama di desideri nascosti, Gilbert e Juliette. Fatto sta che il (tormentato) gioco seduttivo si sviluppa fra toccate e fughe, paure e incomprensioni. La «perdita dell’altro», mentre il racconto esplora nuovi approdi scoprendo personaggi e intrecci, sarà determinante per la coppia dell’haute cuisine. «Perché — dice lui — sei al di sopra di ogni cosa», citando il titolo della canzone di Francesco Marino.