Corriere della Sera

«Berrettini si merita il Master Non è “pof”? Conta il risultato»

Panatta: «Il tennis è diabolico, ripenso a Wimbledon e Du Pré»

-

Adriano Panatta, indimentic­ato dio del tennis nell’anno domini 1976 (Roma, Parigi, la Davis), perché il tennis l’ha inventato il diavolo?

«Perché è un gioco maledetto, l’unico che non sai mai quando finisce. Puoi stare 6-0 5-0 40-0 e perdere. Il tennis è fatto di momenti in succession­e: miracolosi o mefistofel­ici. Se 43 anni fa non ne avessi vissuti tre benedetti (gli Internazio­nali d’italia, il Roland Garros e la coppa), questa intervista non esisterebb­e».

E invece eccoci qui, a parlare di Panatta scrittore e di un libro di aneddoti e ricordi. La memoria regge, quindi.

«Me la cavo. Questa volta ho estratto dal passato anche personaggi sconosciut­i: Ezio Di Matteo, Mario Caimo, Monica Giorgi... Non si può parlare sempre di Federer, Djokovic e Nadal, due palle...».

L’ultimo capitolo è dedicato a Berrettini, qualificat­o per il Master 41 anni dopo Barazzutti e 44 dopo Panatta: il tennis secondo Matteo.

«Bravo, sono contento, se lo merita. Da n. 54 del mondo

Una crescita super

Da numero 54 del mondo a numero 8 in dieci mesi: nemmeno io e Barazzutti abbiamo avuto periodi così felici. Il valore di Matteo?il gap che ha colmato a n. 8 in dieci mesi: nemmeno io e Corrado abbiamo mai avuto periodi così felici. Il grande valore di Matteo è il gap che ha colmato. Mi piacciono molto la sua educazione e il rispetto che dimostra per gli avversari».

Berrettini gioca un tennis lontano dal pof pof, però...

«Gioca un tennis moderno. Presenza fisica imponente, servizio e dritto. Al di là dell’estetica, contano i risultati».

Sia lei a Stoccolma ’75 che Barazzutti a New York ’78 non vinceste un match. Matteo farà meglio?

«Se recupera energie mentali, stacca con il tennis per un paio di giorni, si ricarica con la fidanzata e si presenta a Londra senza nulla pretendere, farà bella figura».

Il diavolo più diabolico che ha mai incontrato resta Pat Du Pré nei quarti di Wimbledon ’79?

«La classica partita maledetta che dovevo vincere e invece ho perso. A quarant’anni di distanza mi do ancora della testa di ...».

Non se l’è mai perdonata, Adriano.

«Mai. E mai mi perdonerò. Ho sempre snobbato Wimbledon, non me ne fregava niente: gli inglesi, le loro tradizioni, l’erba su cui la palla rimbalzava male, era impossibil­e palleggiar­e da fondo... Con la mia mentalità da terra battuta, non mi dava margine e levava la parte artistica dal gioco. La odiavo».

Avanti due set a uno, con la prospettiv­a di Tanner in semifinale e Bjorn Borg, spesso battuto, in finale...

«Che fa? Gira il coltello nella piaga?».

Ha mai sognato di rigiocare il match con Du Pré?

«Uff! Tante di quelle

volte...».

E come finisce? Almeno nel sogno vince?

«Mai. Mi sveglio sempre prima. Un paio di volte mi sono sognato in campo con un mestolo in mano: pensa la testa! Un’angoscia...».

L’avversario più mefistofel­ico mai affrontato?

«Un egiziano con una classe pazzesca, mi pare si chiamasse Al Mahmoud o El Mahmoud.

● Gli autori: Adriano Panatta, re di Roma e Parigi ‘76, con Daniele Azzolini

 ?? (Ap) ?? In azione
Adriano Panatta in versione 1976
(Ap) In azione Adriano Panatta in versione 1976
 ??  ?? Il libro
● «Il tennis l’ha inventato il diavolo», Sperling & Kupfer (17,90 euro, 304 pag.), esce in libreria martedì
Il libro ● «Il tennis l’ha inventato il diavolo», Sperling & Kupfer (17,90 euro, 304 pag.), esce in libreria martedì

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy