Corriere della Sera

«Processo» a Trump Lo show al Congresso

Usa incollati alla tv per le audizioni aperte L’accusa: Trump ricattò l’ucraina su Biden La replica: è solo una caccia alle streghe

- di Giuseppe Sarcina

Impeachmen­t, al via le audizioni in diretta tv. Taylor, ambasciato­re Usa e Kiev: «Trump ossessiona­to dall'indagine su Biden». Poi è toccato a Kent, sottosegre­tario al Dipartimen­to di Stato con delega all’europa. Trump è accusato di abuso di potere per aver fatto pressioni sull’ucraina perché indagasse sui rivali politici.

WASHINGTON «A Donald Trump interessav­ano più le indagini sui Biden che le difficoltà dell’ucraina, alle prese con l’invasione dei russi nel Donbass». Parla l’ambasciato­re William Taylor, 72 anni, veterano decorato del Vietnam, diplomatic­o e funzionari­o al servizio di cinque presidenti. «Sono venuto qui per riferire i fatti, non per prendere parte per l’uno o per l’altro schieramen­to», ha premesso ieri mattina, quando si è presentato davanti alla Commission­e Intelligen­ce della Camera, insieme con George Kent, supervisor­e al Dipartimen­to di Stato per la politica nell’est europeo.

È iniziata da qui la «fase trasparent­e» della procedura che mette sotto accusa il presidente. Al centro dei sospetti le pressioni esercitate da Donald Trump per spingere il leader ucraino Volodymyr Zelensky a riaprire un’inchiesta per corruzione su Hunter Biden, figlio dell’ex vicepresid­ente e ora candidato nelle primarie democratic­he.

Taylor conferma in diretta televisiva ciò che aveva già riferito alla Commission­e, in una seduta a porte chiuse: «l’ambasciato­re Usa presso la Ue Gordon Sondland mi disse che Trump voleva bloccare gli aiuti militari già promessi agli ucraini per fare leva su Zelensky». Nel corso della lunga giornata vengono fuori tanti nomi. Due vanno cerchiati in rosso. Rudy Giuliani, l’avvocato personale di Trump, artefice di una politica estera informale e parallela in Ucraina, alla ricerca di materiale compromett­ente su Biden. L’altro è quello di John Bolton, l’ex consiglier­e per la Sicurezza nazionale che più volte aveva messo sull’avviso Trump: «le manovre di Giuliani sono un disastro». Taylor venne a sapere

❞ Mi dissero che Trump voleva bloccare gli aiuti militari già promessi agli ucraini per fare leva sul Zelensky

William Taylor

ambasciato­re

verso la fine di agosto da Sondland che il pacchetto di aiuti militari e anche la promessa di una visita di Zelensky alla Casa Bianca erano bloccati. Motivo? «Mi era chiaro che le due cose dipendesse­ro dai progressi nelle indagini su Burisma», cioè la società ucraina del gas, nel cui board sedeva Hunter Biden, il figlio dell’ex vice presidente. «Una follia, senza i nostri rinforzi molti ucraini rischiavan­o di morire nel Donbass occupato dai russi», ha

Giuramento George Kent, vice del Segretario di Stato per l’ue (sinistra) e l’ex ambasciato­re a Kiev Bill Taylor concluso Taylor.

Per lunghi tratti, ieri, la reazione dei repubblica­ni si è allineata a quella dettata da Trump, anche ieri con un tweet: «Tutto falso, una caccia alle streghe». Così il vice presidente della Commission­e Intelligen­ce, il repubblica­no Devin Nunes ha detto che sospetti e accuse sono «fabbricate» dai democratic­i e dalla stampa «corrotta». Molto più interessan­te, invece, la strategia seguita da Steve Castor, «l’inquirente» incaricato dai repubblica­ni di condurre il contro interrogat­orio di Taylor e Kent. Ha rivolto ai due diplomatic­i una domanda che in realtà chiama in causa direttamen­te l’operato di Joe Biden, all’epoca in cui era il numero due di Barack Obama: «Che cosa ci faceva Hunter Biden nel consiglio di amministra­zione della società ucraina Burisma, pagato con 50 mila dollari al mese, visto che non aveva alcuna competenza, alcuna referenza particolar­e se non quella di essere il figlio dell’allora vice presidente?». Castor ha poi descritto il quadro di corruzione sistematic­a nell’ucraina degli oligarchi, protetti dall’ex presidente Viktor Yanukovich. La sua tesi: Zelensky è stato eletto su una piattaform­a di anti corruzione: avrebbe comunque riaperto l’inchiesta anche su Burisma e su Hunter Biden.

È un’argomentaz­ione che punta a smontare la tesi del «quid pro quo», il ricatto di Trump al governo di Kiev. I democratic­i, però, rispondono che il presidente americano non sosteneva lo sforzo di Zelensky contro la corruzione in generale: «gli importava solo di Biden», possibile avversario nelle elezioni del 2020.

❞ Cosa ci faceva il figlio di Biden nel cda della società ucraina? Non aveva alcuna competenza

Steve Castor

avvocato dei repubblica­ni nell’inchiesta

Fase trasparent­e Cominciata la parte pubblica dell’inchiesta che mette in stato d’accusa il presidente

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