«Conosco quella paura Già una volta persi tutto»
ROMA È affranto Renato Brunetta, deputato di Forza Italia, veneziano doc, «di Cannaregio», lui così legato alla sua città, lui che ricorda ancora con angoscia la terribile acqua alta del ‘66, quando il negozio di famiglia fu completamente allagato e «perdemmo tutto. So che significa quando l’acqua sale così tanto, paura, rabbia, dolore. Ho ancora un ricordo vivido di quella maledetta notte, piangevamo tutti. E ieri, un nuovo disastro».
Se il Mose fosse stato pronto?
«Si sarebbe evitata la catastrofe. Il Mose è la più grande opera idraulica mai realizzata dall’uomo. E lo dico con cognizione di causa. Ho seguito l’intera sua storia, l’ho comparata in Europa: è superiore anche ad una “con-simile” realizzata sul Tamigi».
Però non era pronta. Eppure è «in cantiere» dall’88 e i lavori sono cominciati nel 2003.
«È pronta al 95 per cento. Manca pochissimo, e poi il collaudo».
Ex ministro Renato Brunetta, 69 anni, di FI, deputato, è stato ministro per la Pa
Perché?
«Per tre ragioni: perché è un sistema complicato; per difficoltà finanziarie, i flussi di denaro che dovevano essere garantiti non c’erano sempre; infine, per lo scandalo giudiziario del 2014 e il conseguente commissariamento che hanno rallentato paurosamente i lavori».
La data di consegna è il 31 dicembre 2021 ma l’evento eccezionale che il Mose avrebbe potuto scongiurare ha messo in ginocchio Venezia.
«Se, e dico se perché la storia non si fa con i se, al posto del commissario ci fosse stata una governance tecnico-politica forte, si poteva decidere di collaudarlo».
Davvero? Lei lo avrebbe fatto partire?
«Sì, e da una mia prima verifica, si potevano alzare le barriere mobili, anche parzialmente, e l’impatto catastrofico si sarebbe evitato».
Sarà mica colpa dei commissari?
«Non dico questo, ci sono commissari che sostituiscono i sindaci meglio dei sindaci. Però in questo caso ci sono stati troppi rallentamenti. Ora bisogna far presto, ho proposto in aula una commissione di indagine parlamentare per sbloccare la governance».