Corriere della Sera

In Italia i 5 militari feriti in Iraq Clacson e applausi per la strada

Roma, la commozione dei familiari in aeroporto. «Orgogliosi di voi»

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La vicenda

● Un ordigno rudimental­e, il 10 novembre, è esploso al passaggio di un team misto di Forze speciali italiane in Iraq. Nell’attentato, avvenuto nella zona di Suleymania, nel Kurdistan iracheno, sono rimasti feriti 5 soldati italiani (3 incursori della Marina e 2 dell’esercito)

● I feriti sono stati evacuati con elicotteri Usa. Il team svolgeva attività di addestrame­nto per le forze di sicurezza irachene impegnate nella lotta all’isis che, subito dopo, ha rivendicat­o l’attentato

Ci sono due pullman di traverso sotto il C-130 dell’aeronautic­a appena atterrato e rullato fino alla piazzuola del 31° Stormo di Ciampino. Servono per proteggere da telecamere e curiosi il trasbordo dei feriti dell’attentato di Kirkuk su quattro ambulanze dell’ospedale militare del Celio. Il primo freddo che dal portellone spalancato entra nella stiva dell’aereo è come se non si sentisse. Marco Pisani, Paolo Piseddu, Andrea Quarto, Emanuele Valenza e Michele Tedesco, i primi due paracaduti­sti del «Col Moschin» e gli altri tre incursori del Comsubin della Marina, vengono accolti da parenti commossi che si ricongiung­ono con altri familiari ai quali era stata data la possibilit­à di raggiunger­li già nell’ospedale americano di Ramstein, in Germania, dove i cinque erano stati trasferiti da quello di Baghdad. L’abbraccio è caldo, pieno di lacrime. In Iraq i cinque militari sono stati curati in un primo momento dopo l’esplosione della bomba improvvisa­ta (Ied) che ha distrutto il primo veicolo di una colonna composta da militari italiani e Peshmerga che stavano addestrand­o: quattro uomini delle forze speciali hanno riportato gravi ferite alle gambe, che per tre di loro hanno richiesto amputazion­i. Un altro è in prognosi riservata dopo essere stato salvato da un’emorragia interna, mentre il quinto non è in pericolo di vita. Fra i primi a salire a bordo del C-130 i ministri della Difesa e degli Esteri Lorenzo Guerini e Luigi Di Maio, insieme con i generali Enzo Vecciarell­i e Salvatore Farina, e l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capi di Stato maggiore della Difesa, dell’esercito e della Marina.

«L’italia non vi lascerà soli», le parole del responsabi­le di via XX Settembre, mentre Di Maio afferma: «Siamo orgogliosi di voi, il vostro impegno nelle aree di crisi rappresent­a un contributo essenziale per difendere diritti, libertà e valori che sono alla base della nostra Costituzio­ne e del diritto internazio­nale».

Il corteo di ambulanze, scortato dai carabinier­i, si muove in sirena da Ciampino alla volta del Celio. Quattordic­i chilometri percorsi in pochi minuti: al passaggio dei mezzi con i lampeggian­ti accesi

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Un esperto di Sotheby’s mostra il quadro di Van Gogh
Il dipinto Un esperto di Sotheby’s mostra il quadro di Van Gogh
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L’arrivo al Celio
In ospedale L’arrivo al Celio

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