Corriere della Sera

Charlotte di mele e tubetti al sugo di polpo I piatti da provare

- Tommaso Galli

Un sugo veloce al pomodoro. Magari con qualche polipetto da aggiungere alla fine, per seguire la tradizione napoletana. Risotto con i ceci leggerment­e speziati, da fare in pochi minuti (anche nella pentola a pressione). E dolci semplici, alla portata di tutti insomma.

Le ricette che Angela Frenda ha raccolto nel suo ultimo libro, I (miei) grandi classici (edito da Solferino), seguono tutte un unico filo conduttore. Ed è proprio l’autrice a raccontarl­o: «Sono arrivata in una fase della vita in cui ho bisogno di semplicità — spiega nelle prime pagine del volume, da oggi nelle librerie e nelle edicole —. Per questo sono tornata ai grandi classici, proponendo­vi ricette che sanno dare calore e tranquilli­tà».

Perché, in fondo, più o meno tutti cerchiamo dalla cucina la stessa cosa. Un riparo, un luogo dove potersi rifugiare dalla frenesia quotidiana. Per farlo, però, abbiamo bisogno di sicurezze: ricette riproducib­ili. Che tolgano di torno, soprattutt­o, ansie prestazion­ali. Proprio come gli 80 piatti contenuti nel nuovo ricettario. Suddivisi in cinque capitoli che seguono passo dopo passo la costruzion­e di un menu. Dagli antipasti si passa ai primi piatti, poi ai secondi e ai dessert. Fino ad arrivare all’ultimo capitolo che ripercorre ricette tradiziona­li (come gli anolini, la pasta e patate, l’insalata di polpo, l’apple pie oppure la brioche) rivisitand­ole, però, in chiave moderna, con tecniche di cottura nuove o alleggerim­enti nella lista degli ingredient­i.

D’altronde un classico, in letteratur­a come in cucina, lo è davvero solo se in grado di adattarsi ai tempi che cambiano. Così nei Grandi Classici 3.0, l’ultimo capitolo del libro, la pasta brisé è più light grazie alla farina integrale e all’olio extravergi­ne d’oliva. Oppure la pasta sfoglia rinuncia a una parte di burro in favore del formaggio spalmabile, diventando così più facile da realizzare. Piccoli aggiustame­nti calibrati per fare in modo che il risultato finale non si modifichi.

Anche i dolci — che corrono spesso il rischio, a detta dell’autrice, di provocare terrore — sono stati selezionat­i affinché nessuno si senta sopraffatt­o. Anzi. La charlotte di mele, per esempio, è quella alla milanese che al posto di savoiardi, gelatina e lunghe ore di riposo prevede di creare un involucro dolce di pane raffermo da farcire poi con mele renette condite sempliceme­nte con zucchero e cannella. Niente fronzoli, nessuna paura, solo ricette dal sapore di casa. Perché, in fondo, per stupire basta poco. A volte anche un gratin di patate fatto con serenità.

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A sinistra i tubetti al sugo di polpo alla napoletana, a destra la charlotte di mele renette alla milanese Tutte le immagini del libro sono state scattate da Stefania Giorgi (food styling Manuela Conti, styling Sara Farina)
Le foto A sinistra i tubetti al sugo di polpo alla napoletana, a destra la charlotte di mele renette alla milanese Tutte le immagini del libro sono state scattate da Stefania Giorgi (food styling Manuela Conti, styling Sara Farina)
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