Charlotte di mele e tubetti al sugo di polpo I piatti da provare
Un sugo veloce al pomodoro. Magari con qualche polipetto da aggiungere alla fine, per seguire la tradizione napoletana. Risotto con i ceci leggermente speziati, da fare in pochi minuti (anche nella pentola a pressione). E dolci semplici, alla portata di tutti insomma.
Le ricette che Angela Frenda ha raccolto nel suo ultimo libro, I (miei) grandi classici (edito da Solferino), seguono tutte un unico filo conduttore. Ed è proprio l’autrice a raccontarlo: «Sono arrivata in una fase della vita in cui ho bisogno di semplicità — spiega nelle prime pagine del volume, da oggi nelle librerie e nelle edicole —. Per questo sono tornata ai grandi classici, proponendovi ricette che sanno dare calore e tranquillità».
Perché, in fondo, più o meno tutti cerchiamo dalla cucina la stessa cosa. Un riparo, un luogo dove potersi rifugiare dalla frenesia quotidiana. Per farlo, però, abbiamo bisogno di sicurezze: ricette riproducibili. Che tolgano di torno, soprattutto, ansie prestazionali. Proprio come gli 80 piatti contenuti nel nuovo ricettario. Suddivisi in cinque capitoli che seguono passo dopo passo la costruzione di un menu. Dagli antipasti si passa ai primi piatti, poi ai secondi e ai dessert. Fino ad arrivare all’ultimo capitolo che ripercorre ricette tradizionali (come gli anolini, la pasta e patate, l’insalata di polpo, l’apple pie oppure la brioche) rivisitandole, però, in chiave moderna, con tecniche di cottura nuove o alleggerimenti nella lista degli ingredienti.
D’altronde un classico, in letteratura come in cucina, lo è davvero solo se in grado di adattarsi ai tempi che cambiano. Così nei Grandi Classici 3.0, l’ultimo capitolo del libro, la pasta brisé è più light grazie alla farina integrale e all’olio extravergine d’oliva. Oppure la pasta sfoglia rinuncia a una parte di burro in favore del formaggio spalmabile, diventando così più facile da realizzare. Piccoli aggiustamenti calibrati per fare in modo che il risultato finale non si modifichi.
Anche i dolci — che corrono spesso il rischio, a detta dell’autrice, di provocare terrore — sono stati selezionati affinché nessuno si senta sopraffatto. Anzi. La charlotte di mele, per esempio, è quella alla milanese che al posto di savoiardi, gelatina e lunghe ore di riposo prevede di creare un involucro dolce di pane raffermo da farcire poi con mele renette condite semplicemente con zucchero e cannella. Niente fronzoli, nessuna paura, solo ricette dal sapore di casa. Perché, in fondo, per stupire basta poco. A volte anche un gratin di patate fatto con serenità.