Helen Mirren, la Shoah e quei luoghi dell’orrore
Èuna lezione di storia, di morale e civiltà, utile come non mai in questo momento di rigurgito di razzismo e antisemitismo. Il film di Sabina Fedeli e Anna Migotto #Anne Frank. Vite parallele raddoppia i piani temporali: da un lato la sommessa ma partecipe Helen Mirren legge alcune pagine del diario di Anna Frank, vittima a 15 anni nel campo di sterminio di Bergen-belsen, prima nascosta con la famiglia in una soffitta ad Amsterdam.
Ma il suo diario, dove si rivolge all’amica immaginaria Kitty, ci rispedisce fiducia nella vita. Assistiamo all’adolescente Kat che oggi visita quei luoghi della Shoah cercando di stabilire un contatto con la sua coetanea. E poi ci sono, testimoni preziose, altre Anne Frank, cioè ragazze che allora avevano la sua stessa età, oggi donne sopravvissute che raccontano una serie di orrori mai abbastanza ripetuti, come dimostra la cronaca.
Quindi non solo il film è necessario ma parte anche da una prospettiva temporale che rimbalza dal 1945 (Anne fu assassinata nel febbraio) ad oggi e mostra la linea retta del tempo e dello spazio deturpata da altre confessioni e rivelazioni di orrori. Nei giorni in cui il film è stato nei cinema ha avuto oltre 30.000 presenze per cui la Nexo ha deciso di prolungare la tenitura e organizzare, per permettere alle famiglie di portare i figli, una proiezione speciale nelle sale il pomeriggio di sabato 23 novembre, proprio per quello scopo educativo che dovrebbe poi proseguire nel passaggio Rai in tv. 7,5 ●●●●●●●●●●