Corriere della Sera

«Lo scudo? Un pretesto»

Destinati 35 miliardi alla decarboniz­zazione. Puglia in lizza, Emiliano vuole usare le risorse per l’ex Ilva

- Di Nando Pagnoncell­i

Lo scudo penale? Solo un pretesto per rinunciare a un investimen­to che non ritiene più redditizio. È quello che pensa il 45% degli italiani secondo un sondaggio Ipsos. Sull’operato del governo gli italiani si dividono.

MILANO Mentre a Roma si discute di come salvare l’ex Ilva dal punto di vista industrial­e e ambientale, a Bruxelles si studiano i nuovi strumenti finanziari e regolatori che dovranno traghettar­e l’unione Europea nella decarboniz­zazione. Tra le misure allo studio c’è la Just Transition Initiative da 35 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, a disposizio­ne di alcune regioni per riconverti­re i territori che dipendono dalle fonti fossili. La Puglia è tra queste.

La vicenda dell’ex Ilva di Taranto rappresent­a un simbolo delle tante storie infinite del nostro Paese. Una vicenda davvero complessa, nella quale si contrappon­gono due diritti tutelati dalla Costituzio­ne: la salute e il lavoro. A ciò si aggiunge la strategici­tà della produzione di acciaio per l’economia italiana che rappresent­a la seconda manifattur­a d’europa (anche se solo un italiano su cinque lo sa).

La decisione di Arcelormit­tal di recedere dal contratto di acquisizio­ne del polo siderurgic­o si presta a diverse interpreta­zioni, dalla reazione all’abolizione dello scudo penale, alle conseguenz­e della crisi del settore a causa di una sovrapprod­uzione che renderebbe meno redditizio l’investimen­to della multinazio­nale franco-indiana. Il futuro dell’ilva appare quanto mai incerto, infatti si paventa la possibile chiusura, ma nel contempo si ipotizza la ricerca di una nuova cordata di possibili acquirenti, e perfino un intervento pubblico, sempre ammesso che sia consentito dalle norme europee.

L’opinione pubblica segue con preoccupaz­ione la vicenda. Sulle motivazion­i del recesso un italiano su tre (32%) non è in grado di esprimersi, il 45% è convinto che l’abolizione dello scudo penale sia un pretesto per rinunciare a un investimen­to che non ritiene più redditizio stante il calo di produzione, mentre il 23% ritiene che Arcelormit­tal abbia ragione ad andarsene perché non è possibile investire in un Paese in cui le norme cambiano improvvisa­mente (e ripetutame­nte). Questo parere prevale solo tra gli elettori della Lega, mentre tra tutti gli altri, sia pure con accentuazi­oni diverse, si pensa che il recesso sia da attribuire alla crisi del settore.

Le opinioni sull’operato del governo nella vicenda Ilva si dividono nettamente: il 34% pensa che l’esecutivo stia agendo male, rischiando di non accontenta­re nessuno, mentre il 30% esprime un giudizio positivo perché ritiene che stia cercando di trovare la soluzione migliore per tutti. Le opinioni sono largamente influenzat­e dalle preferenze politiche: la stragrande maggioranz­a degli elettori dell’opposizion­e

L’iniziativa Ue sarà presentata a metà dicembre. È costruita su due piloni: sussidi per 15 miliardi di euro (di cui 5 miliardi del nuovo Just Transition Fund e 5 dalla Politica di coesione), e un piano di strumenti finanziari per mobilizzar­e investimen­ti per 20 miliardi. Sul dossier sta lavorando la Dg Regio, che è la direzione che si occupa anche dei Fondi struttural­i. In base ad alcuni criteri individuat­i (intensità di dipendenza dal carbone direttamen­te e indirettam­ente), dai documenti preparator­i risulta che sono 50 le regioni europee eligibili ad ottenere i fondi e fanno parte di 18 Stati membri. In Italia ne sono state individuat­e quattro: con chiarezza Puglia e Sardegna, le altre due dipendono da una serie di altri parametri in via di definizion­e (la Germania ha 8 regioni, la Polonia 10, la Spagna 6 e la Grecia 4). A quanto potranno ammontare i fondi per ciascuna regione è ancora in fase di definizion­e, così come è ancora in fase di negoziato il ruolo che avranno gli Stati membri nella gestione dei fondi. La partita per l’italia è rilevante. Nel giugno scorso il governator­e della Puglia, Michele Emiliano, in qualità di relatore del dossier Decarboniz­zazione per il Comitato Ue delle Regioni ha incontrato il relatore dell’eurocamera sul Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) per chiedere di poterlo usare per l’ex Ilva.

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