Venezia sommersa: le storie di chi resiste
Venezia, paura e solidarietà. «Il pavimento della Basilica ormai è imbevuto di sale»
Venezia ancora allagata. Ieri un’altra giornata difficile: la marea ha raggiunto il previsto picco di 154 cm alle 11.26 alla Punta della Salute. Prevista per oggi una nuova perturbazione, associata a venti di scirocco con un nuovo picco di acqua alta. Le storie di chi combatte per limitare i danni alla città sommersa. Ma il maltempo sta flagellando altre regioni. In Alto Adige quattro valli sono isolate e quasi tutte le strade secondarie sono chiuse per le abbondanti nevicate che hanno superato un metro d’altezza.
VENEZIA La negoziante che regala le scarpe finite sott’acqua. La pescheria che dona un po’ d’incasso al vicino negoziante di giocattoli. L’unico forno per celiaci che offre pane gratis, allo slogan «prendi ciò che puoi, lascia ciò che vuoi». E poi la lista social delle botteghe speciali da aiutare: comprate dall’occhialaio artigiano, vestite le lane più belle del mondo, sostenete la gioielliera che lavora il vetro al lume, non dimenticate la perlaia di Murano, passate dalla stilista che ha perso tutto…
Non è vero che Venezia allagata sembra una qualunque, trascurata città dell’arkansas (citazione da Mark Twain). Questo novembre del '19 è un album di ricordi pesanti uniti a solidarietà leggera, d’una nobile laguna fragile e tenace. E d’una paura che non passa, quando alle 6.45 quattro squilli di sirena annunciano il Black Friday. L’acqua, per la terza volta in una settimana, a mezzodì va oltre i 140 centimetri, 154 per la precisione: dal 1872, succedeva al massimo due volte l’anno. E questo dice che c’entreranno la luna, lo scirocco, la bassa pressione, il cambio di clima e il suolo che s’abbassa, tutto quel che volete, ma qui il piano s’inclina sempre più e lo scivolamento nell’adriatico è senza fine. «S’aggiungono danni a danni — spiega il procuratore di San Marco, Pierpaolo Campostrini —. Il pavimento della Basilica ormai è imbevuto di sale». Una chiesa su due è danneggiata, s’inventariano i problemi all’accademia, Ca’ d’oro, Palazzo Ducale, Torcello, Palazzo reale, le Prigioni… Il ministro Dario Franceschini — 20 milioni previsti subito, 200 per i prossimi due anni — ammette d’essere impressionato, «ma i danni non sono irreparabili», e gli s’elencano i bisogni urgenti di San Marco: finestre stagne per la cripta, un nuovo scarico per la pioggia, barriere ad hoc… Non si può aspettare il Mose, che dal 2020 potrebbe funzionare parzialmente ogni 45 giorni, i danni sono qui e subito. Aperta una sottoscrizione internazionale, le navi-mostro da crociera promettono d’invadere Venezia anche con offerte in denaro, il Chievo donerà l’incasso della sua partita. Il sindaco Brugnaro è nominato commissario per l’emergenza e la lista è pronta: 5 vaporetti distrutti, 6 approdi semidistrutti fino a primavera, i pescatori che lamentano la devastazione degli allevamenti di vongole e cannolicchi… Anche gli hotel si svuotano. Al Baglioni, il pianoforte della hall viene sollevato: oggi arriva altra marea, la musica non cambia.