Corriere della Sera

Battaglia legale sull’ilva

Inchiesta della Procura di Milano. Conte: non permettere­mo di spegnere Il caso Palazzo Chigi: grave danno alla nazione. I commissari ricorrono contro Arcelormit­tal

- Enrico Marro

«Il governo non permetterà lo spegniment­o degli altiforni»: il premier Giuseppe Conte interviene sulla vicenda Ilva e ribadisce che per il governo la chiusura rappresent­a un grave danno alla nazione. Ricorso dei commissari contro Arcelormit­tal. E la Procura di Milano, intanto, apre un’inchiesta: «Esercitiam­o il diritto-dovere di intervento».

ROMA Da ieri è ufficiale: lo scontro tra Ilva e il governo si combatterà nelle aule giudiziari­e. I commissari straordina­ri di Ilva, cioè la parte residuale del gruppo che era stato ceduto un anno fa ad Arcelormit­tal, hanno depositato al Tribunale di Milano il ricorso d’urgenza contro lo stesso colosso franco-indiano «in merito al loro preteso recesso dal contratto d’affitto comunicato il 4 novembre», dice una nota dei commissari. Che aggiungono: «Il preteso recesso è stato indebitame­nte esercitato e conseguent­emente non sussistono le condizioni giuridiche per la retrocessi­one dei rami d’azienda». Presso il Tribunale di Milano, quindi, al momento, pendono sia l’atto di citazione di Arcelormit­tal

per esercitare il recesso sia il ricorso contro di esso dei commissari Ilva, senza contare che sempre ieri la Procura milanese ha aperto autonomame­nte un fascicolo a tutela dell’interesse pubblico nella vicenda.

Parallelam­ente la trattativa fra le parti sembra essere finita su un binario morto, almeno quella sotto i riflettori. Ma come potrebbe essere altrimenti, vista la deriva giudiziari­a che ha preso il confronto? Nessuna sorpresa quindi se l’incontro di ieri pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico tra il ministro Stefano Patuanelll­i (M5S), l’ad di Arcelormit­tal, Lucia Morselli, e i sindacati (presenti i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Landini, Furlan e Barbagallo) si sia risolto in un nulla di fatto.

Dure le dichiarazi­oni. Patuanelli, al termine dell’incontro: «Oggi Arcelormit­tal ha detto qualcosa che ci ha lasciato piuttosto perplessi, e cioè che è tutto legato allo scudo penale (quello cancellato in Parlamento con un emendament­o della grillina Barbara Lezzi, ndr) quando invece, dal 12 settembre, dichiara che sono necessari 5 mila esuberi. Io credo che l’azienda debba mettersi d’accordo con sé stessa». Morselli, al tavolo col ministro e i sindacati: «Noi riteniamo che ci siano le condizioni legali per il recesso. Non sono stati rispettati i termini del contratto. Non accetto invece che sia stato detto che il piano ambientale non è stato eseguito. L’area a caldo sta migliorand­o ma non è ancora nelle condizioni ottimali sotto il profilo ambientale. Ma questo fino a qualche settimana fa non era un crimine, oggi lo è», per via del venir meno dello scudo. Landini: «Arcelormit­tal ritiri quanto deciso, che è inaccettab­ile. Avviare lo spegniment­o vuol dire chiudere definitiva­mente l’azienda, gli impianti vanno invece salvaguard­ati».

Continuano invece, e non potrebbe essere diversamen­te, sia il negoziato sottotracc­ia fra le parti sia le polemiche tra le forze politiche, queste invece più che mai alla luce del sole. Il governo è alla ricerca di una via d’uscita che, innanzitut­to, eviti il blocco della produzione e individui una solu

zione per il proseguime­nto dell’attività, ma il tempo stringe e le parole del premier Giuseppe Conte prefiguran­o una rottura totale con i franco-indiani: «Il governo non lascerà che si possa deliberata­mente perseguire lo spegniment­o degli altiforni. Arcelormit­tal si sta assumendo una grandissim­a responsabi­lità, in quanto tale decisione prefigura una chiara violazione degli impegni contrattua­li e un grave danno all’economia nazionale. Di questo ne risponderà in sede giudiziari­a sia per ciò che riguarda il risarcimen­to danni sia per ciò che riguarda il procedimen­to d’urgenza. Ben venga anche l’iniziativa della Procura di Milano, che ha deciso di accendere un faro anche sui possibili risvolti penali della vicenda». Il capo dei 5Stelle, Luigi Di Maio, parte dall’inizio: nel 2018 «trovai un contratto già firmato con gli indiani, provai a farlo saltare ma tutti mi dissero che così avrebbero fatto ricorso».

Di tutt’altro avviso il leader della Lega, Matteo Salvini: «Al governo abbiamo pericolosi incapaci, nemici delle imprese e dei lavoratori. Altro che fare causa, dimettetev­i».

 ??  ??
 ??  ?? 780 milioni
La somma persa finora da Arcelormit­tal nell’ilva, secondo quando dichiarato dal gruppo franco-indiano 10 dicembre
Il giorno in cui verrà avviato lo spegniment­o dell’altoforno 2 dell’impianto di Taranto
780 milioni La somma persa finora da Arcelormit­tal nell’ilva, secondo quando dichiarato dal gruppo franco-indiano 10 dicembre Il giorno in cui verrà avviato lo spegniment­o dell’altoforno 2 dell’impianto di Taranto
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy