Renzi sfida il premier: chiederemo un decreto su Irpef e infrastrutture
La kermesse a Torino. Il leader: da maggio liste alle Regionali
Matteo Renzi continua a ballare nei sondaggi sopra e sotto il 5%. E ieri ha lanciato il primo evento nazionale del suo nuovo partito, proponendo un piano per sbloccare 120 miliardi tra investimenti ed infrastrutture, paragonandolo al «“modello Expo”, che tanto ha funzionato e che noi vogliamo applicare al Paese».
Modi e tempi di questa iniziativa delineano il doppio binario del leader di Italia viva: continuare a fare il controcanto al premier Giuseppe Conte e, al contempo, proseguire in una campagna che punta a erodere consensi nel bacino del Pd, proprio in concomitanza con l’evento organizzato a Bologna dai dem per modificare lo statuto.
Nel capoluogo piemontese, a pranzo, Renzi ha prima organizzato un incontro con imprenditori e professionisti. L’obiettivo pressante, oltre al confronto, è quello di raccogliere finanziamenti per Iv, per affrontare le prossime campagne elettorali anche grazie ai fondi che confluiscono pure in una nuova fondazione renziana. In platea ci sono circa 250 persone e una nutrita truppa di parlamentari ex pd: Maria Elena Boschi, Francesco Bonifazi, Luigi Marattin,
Roberto Giachetti, Davide Faraone, la ministra della Famiglia Elena Bonetti. E non manca Giuseppina Occhionero, finita nell’occhio del ciclone dopo che il suo assistente parlamentare è stato arrestato per mafia e presunti legami con Messina Denaro.
«Entro il 15 gennaio presenteremo il nostro piano al premier e chiederemo di trasformarlo in un decreto — spiega Renzi —: i soldi ci sono ma sono bloccati per ricorsi, Tar e inghippi procedurali. Sbloccandoli, avremmo qualche reddito di cittadinanza in meno e qualche posto di lavoro in più». L’ex premier punta il dito contro le lungaggini burocratiche ed evoca con forza il «modello Milano». «È evidente che le procedure standard non funzionano. Il modello che ha funzionato con l’expo: riconosco il merito del sindaco Letizia Moratti — aggiunge —. Quando arrivai a Palazzo Chigi l’expo era fermo, stava per essere chiuso, buttato via. Immaginate cosa sarebbe successo». Renzi, a questo piano, dà anche un nome forte: «Shock», con tanto di scritta bianca su campo fucsia stile fumetto.
Sul palco sale anche Ettore Rosato, timoniere della macchina dei comitati civici: «Siamo a 25 mila iscritti», annuncia. Mentre Renzi illustra una road map politica sul territorio: «La piazza strapiena di Bologna contro la Lega dimostra che c’è un popolo che sa come fare: per questo evitiamo di disturbare Stefano Bonaccini che rimarrà governatore». E poi: «Ci candideremo a tutte le prossime elezioni regionali a partire dalla Toscana», nel maggio 2020.