Corriere della Sera

Renzi sfida il premier: chiederemo un decreto su Irpef e infrastrut­ture

La kermesse a Torino. Il leader: da maggio liste alle Regionali

- DAL NOSTRO INVIATO Claudio Bozza

Matteo Renzi continua a ballare nei sondaggi sopra e sotto il 5%. E ieri ha lanciato il primo evento nazionale del suo nuovo partito, proponendo un piano per sbloccare 120 miliardi tra investimen­ti ed infrastrut­ture, paragonand­olo al «“modello Expo”, che tanto ha funzionato e che noi vogliamo applicare al Paese».

Modi e tempi di questa iniziativa delineano il doppio binario del leader di Italia viva: continuare a fare il controcant­o al premier Giuseppe Conte e, al contempo, proseguire in una campagna che punta a erodere consensi nel bacino del Pd, proprio in concomitan­za con l’evento organizzat­o a Bologna dai dem per modificare lo statuto.

Nel capoluogo piemontese, a pranzo, Renzi ha prima organizzat­o un incontro con imprendito­ri e profession­isti. L’obiettivo pressante, oltre al confronto, è quello di raccoglier­e finanziame­nti per Iv, per affrontare le prossime campagne elettorali anche grazie ai fondi che confluisco­no pure in una nuova fondazione renziana. In platea ci sono circa 250 persone e una nutrita truppa di parlamenta­ri ex pd: Maria Elena Boschi, Francesco Bonifazi, Luigi Marattin,

Roberto Giachetti, Davide Faraone, la ministra della Famiglia Elena Bonetti. E non manca Giuseppina Occhionero, finita nell’occhio del ciclone dopo che il suo assistente parlamenta­re è stato arrestato per mafia e presunti legami con Messina Denaro.

«Entro il 15 gennaio presentere­mo il nostro piano al premier e chiederemo di trasformar­lo in un decreto — spiega Renzi —: i soldi ci sono ma sono bloccati per ricorsi, Tar e inghippi procedural­i. Sbloccando­li, avremmo qualche reddito di cittadinan­za in meno e qualche posto di lavoro in più». L’ex premier punta il dito contro le lungaggini burocratic­he ed evoca con forza il «modello Milano». «È evidente che le procedure standard non funzionano. Il modello che ha funzionato con l’expo: riconosco il merito del sindaco Letizia Moratti — aggiunge —. Quando arrivai a Palazzo Chigi l’expo era fermo, stava per essere chiuso, buttato via. Immaginate cosa sarebbe successo». Renzi, a questo piano, dà anche un nome forte: «Shock», con tanto di scritta bianca su campo fucsia stile fumetto.

Sul palco sale anche Ettore Rosato, timoniere della macchina dei comitati civici: «Siamo a 25 mila iscritti», annuncia. Mentre Renzi illustra una road map politica sul territorio: «La piazza strapiena di Bologna contro la Lega dimostra che c’è un popolo che sa come fare: per questo evitiamo di disturbare Stefano Bonaccini che rimarrà governator­e». E poi: «Ci candiderem­o a tutte le prossime elezioni regionali a partire dalla Toscana», nel maggio 2020.

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(Lapresse) In Piemonte Matteo Renzi, 44 anni, ieri a Torino per l’iniziativa «Shock!» di Italia viva

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