«Nessuna lista in Emilia» L’exit strategy dei 5 Stelle
La foto delle «sardine» di Bologna, la manifestazione antisalvini, è stata condivisa da molti 5 Stelle. Da Paola Taverna, con l’hashtag #bolognanonsilega, a Nicola Morra, che plaude «ai tanti Davide desiderosi di fermare Golia», «le sardine che sbranano il Capitone». Fino a Roberto Fico, che posta la piazza Grande di Lucio Dalla. Attacchi a Salvini, ma anche endorsement a quel popolo che si ribella e che rivendica la buona amministrazione del centrosinistra. Vedi alla voce Pd. Eppure, o forse proprio per questo, il Movimento in Emiliaromagna ha intenzione di stare alla finestra. Secondo quanto filtra, l’idea — ma la decisione non è ancora ufficiale — sarebbe quella di non presentarsi. «Anche Gianroberto Casaleggio decise così in Sardegna — ricordano i 5 Stelle —. Ci presentiamo se ha senso farlo, non siamo un partito ma un movimento». Luigi Di Maio sta ragionando sul da farsi e l’incontro previsto ieri con i parlamentari emilianoromagnoli e calabresi è stato rinviato a lunedì. Quel che è certo è che non ci sarà alleanza con il Pd. Ma non presentarsi è visto da molti come una forma di «desistenza» attiva. E visto il gradimento delle «sardine», è evidente dove dovrebbe finire almeno una parte dei voti del Movimento. Il Pd ringrazia ma non troppo. Per Dario Franceschini «è inspiegabile non fare accordi a livello locale». Anche in Calabria l’incertezza è massima. Paolo Parentela, coordinatore M5S, ribadisce il no al Pd: «Non basta scaricare Mario Oliverio e candidare magari Florindo Rubbettino. Non ho nulla contro di lui, ma non ci sono le condizioni e i tempi. E tutti sappiamo cosa sia il Pd in Calabria, dalla sanità all’ambiente». Nicola Morra si era molto lamentato della latitanza di Di Maio, al quale mesi fa aveva presentato un progetto di lavoro sulla Calabria. A questo punto, per lui, sarebbe forse meglio rinunciare. Dalida Nesci, che si era autocandidata, ha intenzione di tirare dritto: «Non esiste che non ci presentiamo, non possiamo abbandonare la Calabria. Riproporrò la mia candidatura». Considerando che c’è uno sbarramento all’8 per cento per le liste non apparentate, il rischio è di non farcela comunque.