Corriere della Sera

Dal dottore alla terapista I creatori delle «sardine» lanciano la campagna: «Ora le altre piazze»

Il piano: una struttura per le nuove iniziative

- Di Cesare Zapperi 1 3 2 4

Bologna è stato un successo, ma ora è già tempo di bis. Di riempire lunedì sera piazza Mazzini a Modena, un altro luogo simbolico per la sinistra, dopo Piazza Maggiore. Anche stavolta, come l’altra sera, per fare il controcant­o al comizio del leader della Lega Matteo Salvini. E il tris potrebbe andare in scena il 30 novembre a Firenze.

Mattia Santori, Andrea Garreffa, Giulia Trappoloni e Roberto Morotti, quattro trentenni con un profilo di anonima normalità, fino a pochi giorni fa avevano in testa solo come dare solidità al loro futuro. Uno laureato in Economia e Diritto, l’altro in Scienze della comunicazi­one, lei fisioterap­ista, lui ingegnere. Non volevano cambiare il mondo. Discutevan­o sì di anarchia e libertà, ma non si ritrovavan­o al bar. Nell’appartamen­to di Mattia, condiviso per tre anni, si sono ritrovati a pensare come arginare il vento leghista che soffia su Bologna. In sei giorni, ideato uno slogan («L’emilia-romagna non abbocca») a sostegno di un simbolo, le sardine, piccoli pesci che si stringono e si spostano in gruppo, tra volantinag­gi e campagne social, hanno messo in piedi un evento che ha rabbuiato Salvini.

«Volevamo suonare la sveglia per la gente di sinistra» spiega Mattia, incoronato sul campo guru e ideologo del «popolo delle sardine». Puntavano a radunare 6 mila persone, si sono ritrovati ad arringarne 15 mila (era dai tempi del Vaffa day, 2007, che non si vedeva niente di simile). Vedere Mattia con Giulia, Andrea e Roberto parlare alla folla su un palco improvvisa­to a qualcuno ha ricordato i girotondi che nel 2002 cercarono di risvegliar­e la sinistra, non risparmian­dole aspre critiche, perché ritenuta poco capace di opporsi alle politiche del governo Berlusconi II.

E forse davvero, come scrivono sulla pagina Facebook «6.000 sardine contro Salvini», l’altra sera «in quella piazza è cambiato qualcosa. Abbiamo ripreso ciò che ci appartiene utilizzand­o mezzi che il populismo non conosce: la gratuità, l’arte e le relazioni umane». I quattro ragazzi bolognesi promettono che «faremo grandi cose insieme» e, a riprova, ecco che già spuntano i prossimi appuntamen­ti.

Ma chissà se nelle prossime settimane basterà «un palchetto, un microfono e il loro entusiasmo», come oggi dice il sindaco di Parma Federico Pizzarotti lodando la loro impresa, per richiamare «un oceano di persone pacifiche e libere che hanno ridato vita e dignità alla piazza». Mattia non sa dare risposte, non ha mai fatto politica prima. «Siamo apartitici ma non apolitici» precisa ricordando l’impegno in varie associazio­ni. Il successo del debutto però responsabi­lizza: «Ora il nostro impegno è strutturar­e una piattaform­a per dare supporto a chi vorrà seguire le nostre orme. Daremo visibilità e aiuteremo nell’organizzaz­ione».

La scossa è arrivata. Mattia, Giulia, Andrea e Roberto partiti con l’obiettivo di dimostrare che si può «ripartire dal basso», si ritrovano ad essere presi a modello. «Ho faticato più oggi a lavorare sulle prossime tappe — confessa il leader — che l’altra sera. Ma credo che sia passato un messaggio fondamenta­le: se quattro ragazzi qualsiasi sono riusciti a mobilitare migliaia di persone, lo possono fare tutti». A breve il loro traguardo è «salvare» l’emilia-romagna dall’assalto leghista. Ma, assicura Mattia, «la sveglia è suonata per tutti».

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Gli organizzat­ori della manifestaz­ione del «popolo delle sardine» parlano alla folla in Piazza Maggiore. Con il microfono in mano:
1 Mattia Santori, 32 anni, il leader dei quattro ragazzi che hanno ideato l’evento. Con lui 2 Roberto Morotti, 31,
3 Andrea Garreffo, 30, e
4 Giulia Trappoloni, 30
(Fotogramma) A Bologna Gli organizzat­ori della manifestaz­ione del «popolo delle sardine» parlano alla folla in Piazza Maggiore. Con il microfono in mano: 1 Mattia Santori, 32 anni, il leader dei quattro ragazzi che hanno ideato l’evento. Con lui 2 Roberto Morotti, 31, 3 Andrea Garreffo, 30, e 4 Giulia Trappoloni, 30

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