Corriere della Sera

Alain Finkielkra­ut: «L’antisemiti­smo non è affatto morto (ce ne sono due)»

«Quello di sinistra è cinico calcolo elettorale»

- Di Stefano Montefiori DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

«Se il leader laburista PARIGI Jeremy Corbyn vincesse le elezioni nel Regno Unito, sarebbe la prima volta dopo Hitler che in Europa arriva al governo un uomo politico antiebrei».

Corbyn nega di essere antisemita.

«Ma si è spinto molto lontano nel sostegno alle tesi degli islamisti. E il suo partito è infestato dall’antisemiti­smo. Mi fa ripensare alla frase di Jacques Julliard, secondo il quale oggi ormai si riconosce un uomo di destra dal fatto che difende gli ebrei, e uno di sinistra perché sta con gli islamisti. È un capovolgim­ento inaudito, ma siamo a questo: c’è una sinistra oggi che per ragioni elettorali ha scelto il partito dell’islam politico».

Secondo Alain Finkielkra­ut due antisemiti­smi percorrono oggi l’europa: quello che affonda le radici nella tradizione dell’estrema destra europea, presente per esempio in Italia o in Polonia, e quello di sinistra, in Francia o in Gran Bretagna. «In questa seconda versione l’antisemiti­smo non è più un volto del razzismo, ma una patologia dell’antirazzis­mo: per difendere i musulmani, considerat­i i nuovi dannati della Terra, si attaccano gli ebrei».

Nel caso invece delle minacce alla senatrice Liliana Segre, il clima politico nazionalis­ta del «prima gli italiani» può averle favorite? In Italia c’è chi torna a distinguer­e tra veri italiani e persone che «non lo saranno mai»: per esempio il calciatore Balotelli perché nero, o la senatrice Segre perché ebrea.

«Questo è l’altro tipo di antisemiti­smo. È atroce attaccare una donna irreprensi­bile, sopravviss­uta all’olocausto.

Questo significa che la nostra vigilanza deve esercitars­i su due fronti: contro l’avanzata di un antisemiti­smo legato all’immigrazio­ne islamica, e contro un antisemiti­smo europeo che mostra in Italia di non essere morto. Sarebbe però sbagliato usare questi episodi terribili per proibire ogni critica dell’immigrazio­ne».

Si riferisce alla commission­e Segre?

«Sì, penso che l’idea di istituire quella commission­e possa avere provocato un’inquietudi­ne legittima. Con il pretesto di lottare contro il razzismo, in Europa c’è la tendenza a stigmatizz­are se non addirittur­a criminaliz­zare ogni cautela sull’immigrazio­ne. Il Patto di Marrakech, firmato un anno fa da decine di Paesi (ma non dall’italia, ndr), comincia con un inno all’immigrazio­ne, stabilendo una sorta di canone al quale i media devono conformars­i. Posso capire che in Italia qualcuno non veda di buon occhio una commission­e fatta con lo stesso spirito del Patto di Marrakech. Questo ovviamente non legittima gli ignobili insulti a Liliana Segre».

Nel febbraio scorso lei è stato aggredito per strada a Parigi durante una manifestaz­ione dei gilet gialli.

«Sono stato vittima del primo tipo di antisemiti­smo, quello di estrema sinistra, importato dal Maghreb. Mi hanno urlato “sporco sionista, torna a Tel Aviv”, e altri insulti. In quel caso l’antisionis­mo è la foglia di fico dell’antisemiti­smo».

Domenica a Parigi c’è stato un corteo contro l’islamofobi­a.

«Durante il quale si sono viste le stelle gialle, già usate dai nazisti sugli ebrei destinati allo sterminio, appuntate sulle giacche dei musulmani. Al corteo ha partecipat­o la sinistra radicale di Jean-luc Mélenchon, con uno spaventoso cocktail tra idealismo compassion­evole e cinico realismo elettorale: gli ebrei in Francia sono 700 mila, i musulmani 6 milioni».

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In picchiata Il leader del Labour Jeremy Corbyn, 70 anni
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Parigi Alain Finkielkra­ut, 70 anni. I suoi genitori sono sopravviss­uti ad Auschwitz

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