Non solo collezionista, ora Arbore è «in onda» col design
Lo showman ha progettato la radio Jonathan, apparecchio che è un omaggio al gabbiano letterario
C’è la Banana Kitchen con mobili bombati e la Bici Mambo che ha manopole e sellino ricoperti in pelle di struzzo nera accanto a gilet, giacche, camicie e cappelli di mille colori. Nel vivacissimo mondo di Renzo Arbore, tra i maggiori collezionisti di oggetti di plastica in Italia, ci sono anche vezzose borsette americane degli Anni Trenta. E radio, radioline, modelli d’epoca e stravaganti (l’artista ne ha oltre 100 pezzi). «Una doppia passione — dice — quella professionale, da Bandiera Gialla ad Alto Gradimento, e quella più intima del collezionista. Da bambino mi ero costruito una rudimentale radio a galena con la quale scoprii il jazz. Ma ricordo anche il primo pezzo della collezione a metà degli anni ‘80: in una bottega antiquaria di Los Angeles nella zona di Melrose — continua Arbore — vidi un modello Fada che in quel momento mandava in onda Star Dust (Polvere di stelle): pregai il proprietario di vendermela, ma lui rifiutò infastidito. Poi andai a New York e la trovai in un mercatino».
Così, giovedì scorso in occasione del Radio Day, a 90 anni di distanza dalla prima diretta via etere in cui Roma, Milano e Napoli furono collegate radiofonicamente, l’inventore di Indietro Tutta e di Quelli della Notte ha presentato la radio «Jonathan», la prima firmata come designer insieme ai suoi storici scenografi, costumisti e arredatori Alida Cappellini e
Giovanni Licheri, prodotta da Gianni Braidot di Export Marketing. «La linea sinuosa ricorda il volo di un gabbiano e si ispira al desiderio di libertà del Jonathan letterario — spiega lo showman — mentre l’estetica è gradevole da ogni angolazione, anche nel suo lato B». Dotata di tecnologia Dab, la Jonathan, prima nata della collezione Miami Swing by Renzo Arbore, è realizzata in resina glossy e disponibile in grigio metallizzato o multicolor. Un oggetto elegante e contemporaneo che sembra staccarsi dal consueto stile anarchico che l’artista ama definire «un mix tra il tropical decò e il kitsch napoletano».
A questo modello, nel 2020 si aggiungeranno altri 5 apparecchi vintage legati alla musica, sempre griffati dal direttore dell’orchestra Italiana. Perché nella società dell’immagine, Arbore ne è convinto, «il grande potere della radio è proprio quello di poter disporre soltanto del suono. È lo strumento della fantasia: ti crei un personaggio e immagini come possa essere. Un esempio? L’indimenticabile professor Aristogitone di Mario Marenco ad Alto Gradimento».