Corriere della Sera

Visitare gli Uffizi (da soli)

Nuova tappa a Firenze: ville, chiese e percorsi esclusivi nei luoghi d’arte Il celebre museo sarà aperto per noi

- Roberta Scorranese rscorranes­e@corriere.it

Ci sono opere d’arte che vanno osservate da vicino, nei dettagli. Per esempio, la Madonna del solletico di Masaccio, dove la Vergine accarezza il collo del Bambino con due dita, facendolo sorridere. Oppure la Venere di Urbino di Tiziano: solo guardandol­a di fronte si coglierà il vero senso del quadro, una bellissima donna nuda che ti sta fissando negli occhi, sfiorando l’impudicizi­a.

Ma come fare? Le due opere si trovano nella Galleria degli Uffizi, uno dei musei più visitati e quindi affollato a tutte le ore. Ebbene, il Viaggio del Corriere a Firenze, dal 24 al 26 gennaio, permetterà una visita in forma privata agli Uffizi con un’apertura riservata al nostro gruppo: tre ore in cui, con calma e senza calca, si guarderann­o da vicino la Nascita di Venere di Botticelli, il Tondo Doni di Michelange­lo, lo Scudo con testa di Medusa di Caravaggio e centinaia di altre opere, accompagna­ti da storici dell’arte che cuciranno un racconto di suggestion­i.

Questo viaggio è un «bis» (a grande richiesta) di un itinerario analogo che abbiamo fatto a fine ottobre, e che ci ha portato agli Uffizi ma non solo. Torneremo a Palazzo Pitti, per un’incursione nella storia della moda: nella Galleria d’arte Moderna il percorso che abbiamo immaginato ci porterà dai costumi medicei del ‘500 fino alle donne ottocentes­che. Sia quelle di buona famiglia (come La signora Morrocchi di Puccinelli, abiti eleganti e sguardo triste) sia le popolane di Spadini, vestite di umili indumenti da casa.

Poi proseguire­mo con un’immersione nel presente, nel Museo Ferragamo, dove — accanto ai prototipi delle bellissime scarpe del secolo scorso — la mostra Sustainabl­e Thinking sarà un viaggio (culturale e tecnologic­o) nel futuro del design e della produzione tessile. Vedremo abiti fatti da una materia ricavata dalle bucce d’arancia o cuciti secondo un’antica tecnica calabrese tramandata da madre in figlia non per iscritto — non sempre le donne hanno avuto la possibilit­à di imparare a leggere e scrivere —, bensì attraverso filastrocc­he.

Ma Firenze è anche la città dove venne bruciato Girolamo Savonarola e la stessa che, secoli dopo, ha provato a santificar­lo, con una commission­e ad hoc di esperti della quale ha fatto parte anche la storica Ludovica Sebregondi: sarà proprio lei a parlarci di questa figura sospesa tra santità ed eresia, in un luogo magico che riveleremo solo alla fine.

Angeli e demoni, insomma, in un viaggio di tre giorni che cercherà di raccontare lo splendore della famiglia Medici con un taglio originale: per esempio nel — magnifico e poco conosciuto — atrio affrescato di Villa La Petraia, una dimora che fu dei Medici prima, dei Lorena e dei Savoia dopo: proprio qui re Vittorio Emanuele II e la «bella Rosina» vissero di caccia e d’amore.

Il giardino esterno e le numerose sale (con gli arredi originali) che si irradiano all’interno narrano una vicenda di potere e passione, anche negli angoli meno scontati come la sala dei giochi: sarà una sorpresa scoprire «l’antenato» del biliardino.

A poche centinaia di metri di distanza — un grande parco fa da divisorio — c’è Villa di Castello, dove oggi ha sede l’accademia della Crusca. E si aprirà un altro scenario: assieme ad alcuni membri della storica istituzion­e che dal 1583 «vigila» sulla lingua italiana, viaggeremo nella natura del nostro idioma, partendo dalla grande biblioteca (e dal primo dizionario ufficiale) fino ai dubbi che ancora oggi ci assalgono quando dobbiamo scrivere «qual è».

Naturalmen­te mangeremo toscano: pappa con il pomodoro, «chianina», ribollita e cantuccini in alcune trattorie che abbiamo scelto perché lontane dai circuiti turistici di massa. E poi ancora bellezza, quando scopriremo uno dei laboratori più importanti al mondo nel restauro delle opere d’arte, l’opificio delle Pietre Dure, una sorta di officina di estetica, chimica, storia e tecnologia all’avanguardi­a.

Per concludere, esplorerem­o un palazzo d’epoca, non sempre accessibil­e a tutti, dove la storia si è disposta a strati, dal Rinascimen­to fino alla tradizione moderna dei Macchiaiol­i. E anche qui: al di là dell’architettu­ra, dei quadri e degli arredi, raccontere­mo storie. Con esperti, storici dell’arte, ricercator­i e scrittori, come da «stile Corriere».

 ??  ?? L’apertura delle nuove sale nella Galleria degli Uffizi (nel maggio scorso) dedicate all’arte del Cinquecent­o e del primo Seicento (ANSA/ Uffizi Gallery press office/ Maurizio Degl’innocenti)
L’apertura delle nuove sale nella Galleria degli Uffizi (nel maggio scorso) dedicate all’arte del Cinquecent­o e del primo Seicento (ANSA/ Uffizi Gallery press office/ Maurizio Degl’innocenti)
 ??  ?? Scorci In alto, l’atrio di Villa La Petraia; sotto, la biblioteca dell’accademia della Crusca
Scorci In alto, l’atrio di Villa La Petraia; sotto, la biblioteca dell’accademia della Crusca
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