Occasione Ferrari
Tagli e risparmi, F1 confermata ma non è più il tempo dell’abbondanza. Il nodo del rinnovo di Hamilton
I sei titoli non hanno spento l’appetito. Lewis Hamilton vuole superare i record di Michael Schumacher, chiederà un ritocco al contratto da 45 milioni l’anno (premi inclusi). La Mercedes gli deve molto, è stato quasi infallibile in questi sei anni di dominio. Ma sono tempi duri anche per gli invincibili, la Casa madre Daimler ha presentato un pesante piano di tagli. Che effetti avrà sulla F1?
Le trattative per il rinnovo del 34enne inglese (scade a fine 2020) inizieranno a breve, «non c’è fretta» ha detto a Interlagos aggiungendo anche che si augura di continuare a lavorare con Toto Wolff, architetto del ciclo magico. Assente in Brasile il team principale azionista (ha il 30% delle quote della scuderia) ufficialmente si è preso una pausa, ma c’è chi dice che stia riflettendo sul futuro. Il suo nome è circolato come possibile sostituto di Chase Carey, ma pare che la Ferrari sia stata abile a livello politico nel far introdurre il divieto per i team principal di passare a ruoli di vertice dentro Liberty. Nelle ultime settimane l’ipotesi del ritiro della Mercedes (nel board una corrente spingeva per lasciare nel 2021) aveva preso quota: dalla Germania è rimbalzato l’interesse di Penske, colosso delle concessionarie Usa, a rilevare la scuderia in caso di addio. Poi il nuovo numero uno, Ola Källenius, parlando alla comunità finanziaria ha assicurato che l’impegno continuerà, anche se non ha chiarito in che forma: se come costruttore o solo come motorista. Tutto fa propendere per la prima soluzione: Källenius ha spiegato che il team si copre da solo le spese grazie a premi e sponsor, ci guadagna anche. «I costi sono sorprendentemente bassi in relazione al miliardo l’anno generato dal ritorno di immagine. La F1 è un buon investimento». Fino a quando si vince, è chiaro. Il manager svedese però dimentica tutti i soldi pompati negli anni scorsi da Stoccarda per far arrivare la Mercedes ai livelli di adesso dal difficile ritorno, con Schumi nel 2010.
L’era dell’abbondanza è finita, la Daimler ha annunciato tagli al personale per oltre un miliardo di euro e grossi risparmi industriali: deve fare cassa per pagare le multe sulle violazioni delle emissioni inquinanti, per affrontare gli investimenti sulle auto elettriche. Ed è molto difficile che anche indirettamente le misure di austerity non finiscano per incidere sulle attività delle corse, magari anche sul prolungamento di Hamilton.
Per la Ferrari anche questa è un’occasione da sfruttare: ieri a Interlagos la doppietta Vettel-leclerc nelle seconde prove è un ottimo inizio. Pure per spegnere tutte le voci sul motore.