Italia 10 e lode
Azzurri da applausi, Mancini supera Pozzo «Sono felice, ma io non ho ancora vinto»
Ritirare l’abito giusto in tintoria. Aggiustarsi la cravatta. Vedere il proprio nome nelle poltrone riservate in prima fila. Sentire il tintinnio delle palline nella boccia di vetro. Belle sensazioni che l’italia, dopo lo choc del Mondiale saltato, non prova da quattro anni e che adesso è pronta a rivivere da testa di serie nel sorteggio per l’europeo, dopo essersi presa anche gli applausi dello Stadio Bilino Polje di Zenica, Bosnia profonda, ammirato davanti al terzo gol segnato da Andrea Belotti.
Azzurra piace, non solo perché vince per la decima volta di fila e non era successo nemmeno con Vittorio Pozzo: «Sono felice – dice il c.t. Mancini – ma io a differenza sua non ho ancora vinto…». I numeri però hanno un’anima e un senso: la vulgata comune è senz’altro corretta, gli avversari di queste qualificazioni sono deboli ed è prematuro capire dove mettere l’asticella, però la creatura di Mancini ha un’identità di gioco e uno spirito da club che esaltano i singoli e le consentono di non avere cali di tensione.
Così, in una partita che per la qualificazione non ha nulla da dire nemmeno per la Bosnia di Pjanic e Dzeko, rimandata agli spareggi di marzo, l’italia va a prendersi i due punti che le mancavano per essere testa di serie al sorteggio di Bucarest (30 novembre) giocando e pure divertendosi: merce rara a novembre, periodo in cui le tensioni nei club sono già alte. E forse non è un caso che a trascinare sia uno come Bernardeschi, che alla Juve è snaturato come trequartista e qui appena allunga la falcata scava il solco, come nell’azione del primo gol: il quadro d’autore lo completa Acerbi con una pennellata inaspettata di destro.
Mancini ha scomodato il grande Garrincha per spiegare che la giocata classica della sua Italia può far male agli avversari, anche se tutti ormai la conoscono: in effetti all’inizio qualche problema la Bosnia sulla sinistra azzurra lo crea. Ma Donnarumma conferma di valere un grande centravanti ed è decisivo in più occasioni. E così il meccanismo secondo cui la difesa passa a tre centrali, Emerson sale come ala e Insigne si accentra, funziona ancora una volta. Il 2-0 arriva proprio con un colpo da biliardo del napoletano, servito da Belotti: sarà un caso, ma anche il numero 10 è in difficoltà nel club e qui gioca spensierato.
Il 3-0, segnato in corsa dal centravanti granata, dimostra che lo stato di grazia azzurro è contagioso. Pjanic invece esce sconsolato, toccandosi l’adduttore. L’italia vola oggi a Venezia e sfida l’armenia lunedì a Palermo, pronta a chiudere per la prima volta un girone con 10 vittorie su 10. Le grandi d’europa non tremano, per carità. Ma quando c’è da aggiungere un posto in prima fila non tutti sono contenti.