Bibbiano, libero il sindaco I dem soddisfatti
La Cassazione: via anche l’obbligo di dimora. L’inchiesta sul presunto sistema degli affidi illeciti. Soddisfatto il Pd
La Cassazione ha revocato l’obbligo di dimora nei confronti di Andrea Carletti, l’ex sindaco Pd di Bibbiano, indagato per abuso d’ufficio e falso per l’indagine «Angeli e Demoni» sul presunto sistema di affidi illeciti di minori scoppiato in Val d’enza, nel Reggiano, nel giugno scorso quando il politico venne sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.
A distanza di sei mesi ora è tornato libero. Carletti — difeso dagli avvocati Giovanni Tarquini e Vittorio Manes e autosospesosi dal Pd — già a settembre era passato, dopo la decisione del Tribunale della Libertà, dagli arresti domiciliari all’obbligo di dimora nel suo comune di residenza, quello di Albinea sempre in provincia di Reggio Emilia.
Adesso, dopo che è stato accolto il ricorso dei legali, cade anche l’ultima misura cautelare. Ora l’ex primo cittadino — non coinvolto nel sistema degli affidi ma «solo accusato di reati afferenti a questioni amministrative» avevano detto da subito i suoi avvocati — potrà affrontare a piede libero il processo (per la metà di dicembre è prevista la chiusura delle indagini preliminari) assieme agli altri 28 indagati nell’inchiesta condotta dalla procura reggiana diretta da Marco Mescolini.
Il caso da subito si era arroventato per i risvolti politici. Il centrodestra aveva accusato il Pd di essere coinvolto nel sistema sotto inchiesta dei falsi affidi. E in qualche modo, suo malgrado, Carletti — 47 anni, laurea in Scienze politiche, rieletto a maggio per un secondo mandato con un mezzo plebiscito e sospeso dalla prefettura dopo l’indagine — era diventato il simbolo delle accuse indirizzate da Lega, Fratelli d’italia e anche Movimento 5 Stelle. Adesso, dopo la decisione della Cassazione, i democratici contrattaccano. Il primo a twittare è stato l’ex deputato Pierluigi Castagnetti — subito retwittato anche da Dario Franceschini, capo delegazione dem al governo — per il quale «la Cassazione ha stabilito che non vi sono mai state le condizioni per l’arresto del sindaco. Non aggiungo commenti».
Poi Piero Fassino, il quale scrive che «risulta evidente lo sciacallaggio di Salvini e di quanti hanno aggredito il Pd chiamandolo “partito di Bibbiano”. Pur di raccogliere voti ricorrono a qualsiasi infamia». Alessia Morani, sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico, si dice «senza parole per la speculazione politica fatta in questi mesi».