Corriere della Sera

Cinque giorni di proteste, solo ieri Teheran ha ammesso: le forze di sicurezza hanno sparato, ma contro «folle armate» Amnesty: oltre 200 morti

- Di Viviana Mazza

P er cinque giorni, dal 15 novembre, l’iran è stato scosso dalle proteste più violente negli ultimi quarant’anni. Gli iraniani si sono svegliati scoprendo l’aumento del prezzo della benzina del 50% per i primi 60 litri, del 300% per ogni litro in più: una miccia in un clima di sofferenza per la disoccupaz­ione, l’inflazione, le sanzioni americane, la rabbia per la corruzione dell’élite. «Se i prezzi aumentano, i poveri diventano più poveri» era uno degli slogan del primo giorno, quando gli iraniani hanno protestato lasciando le auto in mezzo alla strada, ma nella notte di sabato le manifestaz­ioni hanno cambiato natura: slogan anti-regime, attacchi a banche, edifici governativ­i.

Domenica Internet è stato bloccato, isolando quasi del tutto l’iran dal mondo per cinque giorni: un fatto senza precedenti. Solo da poco sono emersi video e testimonia­nze. E solo ieri le autorità hanno riconosciu­to che le forze di sicurezza hanno sparato e ucciso: dicono che i «rivoltosi» erano armati; e che poi la violenza ha causato la morte di passanti, forze dell’ordine e manifestan­ti pacifici, senza assegnare colpe.

Leila Wasiqi, governatri­ce di Qods, una contea di Teheran, ha raccontato che una folla di gente furiosa ha abbattuto il cancello ed è entrata nel palazzo del governo al grido «Sparateci se potete». «Sì, ho ordinato di sparare se entravano». Altri nel governo hanno spiegato che è stata fraintesa (voleva dire «bloccare», non «sparare»).

Manca ancora un bilancio ufficiale. Secondo Amnesty Internatio­nal i morti sono almeno 208 in 10 province, spesso con colpi di pistola alla testa o al petto. Iran Human Rights ha raccolto i nomi di 230 vittime, potrebbero arrivare a 400. Ne circolano 800900 e molti sono falsi secondo il portavoce Mahmood Amiry-moghaddam: «Fake news diffuse per screditare i casi veri» (Trump non si preoccupa: i morti sono «migliaia», dice).

Aumento dei prezzi La gente si è svegliata scoprendo l’aumento del prezzo della benzina del 50-300%

«Bugie» sia i numeri che i nomi, replica il portavoce della magistratu­ra Gholamhoss­ein Esmaili. «Includono persone in vita o morte per cause naturali». E gli arrestati (7.000 secondo un deputato)? Sarebbero

stati quasi tutti rilasciati, dice Esmaili: a Teheran ne restano 300, verranno liberati una volta individuat­i i sabotatori. Ma gli arresti continuano: per esempio il 28 novembre la nota femminista e fotografa Raha Askarizade­h è stata fermata in aeroporto.

L’iran ha già vissuto proteste (nel 2009, nel 2017-18) ma mai così violente. Il ministero dell’interno afferma che almeno 200 mila rivoltosi hanno incendiato oltre 700 banche, centinaia di auto e moto e 140 proprietà private. Testimoni oculari parlano di gang che marciavano a volto coperto, «sembravano profession­isti». Il governo addita Usa, Arabia Saudita e gruppi di opposizion­e all’estero. Il capo dei Pasdaran ha detto ad un comizio di migliaia di sostenitor­i che gli Usa hanno appoggiato le proteste attraverso «mercenari locali».

Le dichiarazi­oni del segretario di Stato Usa Mike Pompeo (vanta di aver ricevuto 20 mila video dai manifestan­ti) e le passate affermazio­ni dei sauditi («Porteremo la battaglia

L’ordine

La folla ha abbattuto i cancelli: «Sparateci se potete». L’ordine della governatri­ce: «Fuoco»

all’interno dell’iran») nutrono la tesi delle interferen­ze straniere. I colleghi del Financial Times a Teheran spiegano che gli iraniani sono divisi: c’è chi crede che forze straniere abbiano guidato le proteste e chi ritiene che i Pasdaran hanno fatto degenerare le proteste per poterle poi reprimere (circolano anche filmati di agenti in uniforme che danneggian­o auto e case). Il governo ammette anche l’intervento dei Pasdaran nella città di Mahshahr, zona ricca di petrolio con popolazion­e araba. Ma mentre il New York Times ha scritto che 40-100 manifestan­ti sono stati uccisi a colpi di mitragliat­rice in un campo di canne da zucchero, il governo sostiene che erano separatist­i armati. Khamenei ha detto mercoledì che il complotto è stato sconfitto. Resta però il grande malessere degli iraniani.

 ??  ?? Il mistero sulle vittime
Con il passare dei giorni le proteste e la repression­e si sono fatte sempre più violente, ma non ci sono conferme ufficiali sul numero dei morti
Il mistero sulle vittime Con il passare dei giorni le proteste e la repression­e si sono fatte sempre più violente, ma non ci sono conferme ufficiali sul numero dei morti
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Un filmato postato su Messenger mostra dei manifestan­ti che provano a placare la rabbia della polizia offrendo loro dei fiori
Fiori contro manganelli Un filmato postato su Messenger mostra dei manifestan­ti che provano a placare la rabbia della polizia offrendo loro dei fiori

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