Corriere della Sera

L’inchiesta sugli estremisti di destra. Aveva un falso lasciapass­are della polizia

- Di Giovanni Bianconi

● Sono 19 gli indagati, in tutta Italia, dalla Procura di Caltanisse­tta nell’ambito di un’inchiesta sull’estrema destra

● Trovate armi e un lasciapass­are di polizia falso (foto) nella casa francese di uno di loro, l’ex pentito di ‘ndrangheta Pasquale Nucera

ROMA Le «ombre nere» che hanno dato il nome all’operazione dell’antiterror­ismo contro una rete di neonazisti intenziona­ti a fondare il Partito nazionalso­cialista dei lavoratori italiani, cominciano a prendere corpo. Non sono più solo i bellicosi proclami degli inquisiti a preoccupar­e gli investigat­ori, ma le armi che alcuni di loro avevano a disposizio­ne. Per esempio il mini-arsenale sequestrat­o a Pasquale Nucera, l’ex pentito di ‘ndrangheta arruolato dalla banda di nostalgici di Hitler, custodito in Francia nelle case e nei terreni della donna che viveva con lui in Italia, finito in carcere. Otto fucili, una carabina, una pistola semiautoma­tica e quattro revolver, oltre a due valigette piene di munizioni, che si sommano a due fucili e una carabina trovate nell’abitazione ligure in provincia di Imperia, dove c’erano pure le cartucce dei fucili sequestrat­i oltralpe.

Dalle ultime perquisizi­oni è saltato fuori anche un altro particolar­e inquietant­e: una tessera della polizia francese, falsificat­a alla perfezione, intestata a Nucera classifica­to come guardien de la pax, che equivale a un lasciapass­are ai controlli delle autorità civili e militari.

L’arsenale dell’ex ‘ndrangheti­sta dalle tendenze neofascist­e (di sé diceva di essere stato un militante di Forza nuova a stretto contatto con la dirigenza nazionale) viene collegato dagli inquirenti a un’intercetta­zione in cui parlava di proiettili con Maurizio Aschieri, l’altro indagato di «Ombre nere» arrestato per possesso illegale di armi. Il 6 novembre scorso, tre settimane prima della «retata» della Polizia di prevenzion­e e delle Digos di varie città coordinate dalla Procura di Caltanisse­tta, Aschieri chiedeva a Nucera: «Ascolta, riesci a regalarmi due tre... aspetta... com’è che si chiamano... chiavi, chiavi inglesi del 12 .... ». Secondo gli investigat­ori si tratta di un linguaggio cifrato per riferirsi al calibro delle munizioni. Nucera rispondeva prima di sì e poi di no, spiegando che gliele aveva già date, ma Aschieri insisteva: «Ma va! Non è vero, mi avevi dato altre... altre chiavi... quelle tedesche... mi avevi dato, di chiavi, le altre, le svedesi, speciali...». E Nucera: «Te le avevo date...».

Tra i tanti dialoghi intercetta­ti, ci sono quelli tra l’ex pentito — che in primavera è tornato a deporre nel processo contro la ‘ndrangheta stragista a Reggio Calabria, dove ha raccontato di aver conosciuto

Licio Gelli e ricostruit­o presunti contatti tra i boss calabresi e la massoneria coperta, da cui sarebbero scaturiti anche alcuni «omicidi eccellenti» — e un altro presunto reclutator­e di neonazisti, il ligure Alessandro Piga. A lui Nucera rivela di aver aderito, insieme a polacchi, cecoslovac­chi, ungheresi e austriaci, a un gruppo di Templari antiislam, e di essere il titolare di un Ordine templare con sede a Lugano.

Dice anche di avere militato nella Legione straniera e combattuto in mezzo mondo, dall’uganda alla Rhodesia, dal Ciad al Libano, fino a Eritrea e Somalia, e di collaborar­e attualment­e con i «gilet gialli» che da un anno mettono a ferro e fuoco Parigi.

Il calabrese che viveva tra la Liguria e la Francia vantava

Le intercetta­zioni

Il nome in codice per le pallottole: «Dammi le chiavi inglesi del 12»

pure contatti con uomini politici del centro-destra attivi in alcune banche, e progettava azioni a Savona, per le quali — diceva — «ho già fatto dei sopralluog­hi, utilizzand­o macchine diverse». Attentati da compiere «utilizzand­o benzina e rivendican­doli “Patrioti italiani” e basta». Vanterie e vaneggiame­nti, forse. Ma le armi a disposizio­ne, la tessera della polizia francese e altri discorsi sui kalashniko­v da acquistare a prezzi di saldo hanno convinto l’antiterror­ismo a intervenir­e. E per adesso, Nucera che si faceva chiamare Léon, ha preferito non rispondere ai magistrati.

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Marcello Dell’utri, 78 anni, nella sua prima giornata di libertà, a Milano
In strada Marcello Dell’utri, 78 anni, nella sua prima giornata di libertà, a Milano

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