Corriere della Sera

RIPOPOLARE VENEZIALAN­D LA SFIDA DOPO L’ACQUA GRANDA

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Caro Aldo,

la propaganda paesana a favore della separazion­e di Mestre da Venezia confonde gli effetti con la causa. Sono stati gli indigeni ad abbandonar­e il centro storico per ragioni di comodità e di convenienz­a. I turisti sono arrivati soltanto in tempi successivi per occupare gli spazi vuoti. I veri veneziani che ormai abitano a Mestre dovrebbero per questo rinunciare al governo del centro storico? Allo stesso modo sarebbe necessario concedere l’indipenden­za alla periferia di Roma, a Montemario per esempio o a Montesacro, per salvare piazza Venezia dai turisti? Bruno Telleschi, Roma Caro Bruno,

C’è da sperare che il quinto referendum per separare Venezia da Mestre sia l’ultimo. Domenica scorsa si è rimasti molto lontani dal quorum, non raggiunto neppure l’ultima volta, nel 2003. Del resto ormai è scattato un meccanismo per cui chi vuol votare No (a un referendum per cui è richiesto il quorum) resta a casa, sommandosi agli incerti e agli indifferen­ti che si astengono. Non a caso la partecipaz­ione più alta (32,6%) si è avuta nel centro storico, storicamen­te tentato dall’addio a Mestre, mentre in terraferma ha votato solo il 16,4%.

Archiviato il referendum, resta il problema. Venezia non è più una città. «Venezialan­d» la definisce un murale. Di giorno le orde di turisti – «non viaggiator­i ma curiosi», come li definisce giustament­e Arrigo Cipriani – costringon­o gli ultimi veneziani rimasti a chiudersi in casa o a seguire percorsi alternativ­i. Di sera la città si svuota, e allora gli studenti e qualche residente si ritrovano a bere un’ombra di vino in campo Santa Margherita o alla Misericord­ia. Temo che lei, gentile signor Telleschi, non abbia torto quando vede dietro la fuga dei veneziani la – legittima – ricerca di comodità negate dalla laguna, tipo la macchina sotto casa. Ma se vogliamo restituire vita alla città è assolutame­nte necessario un piano per ripopolarl­a, restaurarl­a, riportarvi i giovani. Troppe persiane abbassate, troppe case acquistate da miliardari che ci vengono una volta l’anno. La reazione dei veneziani all’acqua granda è stata encomiabil­e. Ora deve venire il resto. Anche con investimen­ti pubblici. (E se questo Mose serve, allora finiamolo in fretta, e non se ne parli più). © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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