Corriere della Sera

«Il ponte della mia infanzia è ancora in piedi»

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Il ponte di ferro «San Michele», che unisce le due rive dell’adda tra Calusco e Paderno, costruito alla fine dell’800 da un ingegnere svizzero, chiuso per restauri l’anno scorso, riaperto di recente nella carreggiat­a superiore a pedoni, ciclisti, automezzi, mentre fra un anno lo sarà anche in quella inferiore dove tornerà a passare la linea ferroviari­a Milano-bergamo, resiste all’usura del tempo. Durante la guerra ha resistito anche all’occupazion­e nazista e alle bombe degli Alleati. Dopo l’8 settembre, la mia famiglia era sfollata a Paderno per sottrarsi ai bombardame­nti su Milano. A Paderno però il ponte, a 800 metri da casa nostra, era in mano ai tedeschi: gli Alleati lo bombardava­no di giorno, i tedeschi lo rattoppava­no di notte. Io avevo 5 anni e piangevo quando sentivo lo schianto delle bombe. Ma oggi il ponte della mia infanzia è ancora in piedi: continua a disegnare contro il cielo l’incredibil­e arco della sua unica campata, le cui estremità puntano sulle opposte sponde del fiume, e il ricamo dell’intelaiatu­ra di ferro che protegge la ferrovia. Crollano i viadotti degli anni 60, figli del miracolo economico: forse il ferro è preferibil­e al cemento? Forse perché, insieme ai piloni, cresceva la mala pianta del particular­e che ha anteposto il trasporto privato su gomma a quello pubblico su rotaia? Non so dare una risposta.

Amelia Alesina

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