Il presidente del gruppo: i consumatori arbitri degli investimenti
MILANO «Ben venga Greta. Ben vengano dieci Greta», sostiene Guido Barilla. «Purtroppo nel nostro modello economico si tende a rinviare l’azione, ma non è più possibile rimandare: dobbiamo cambiare il sistema. Gli esperti ci dicono che fare oggi il massimo di quello che potremmo fare potrebbe non essere sufficiente», afferma il presidente del gruppo Barilla e della fondazione omonima, che ha tenuto a Milano la decima edizione del Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione, per riportare il dibattito su
I numeri
● I sistemi agroalimentari globali generano 10 trilioni di dollari di valore, ma le esternalità negative, tra danni ambientali e salute pubblica, ci costano 12 trilioni, con un deficit di circa 2 mila miliardi sostenibilità alimentare e ambientale al centro dell’agenda globale. «Abbiamo bisogno di tutti gli attori, consumatori, comunità locali, operatori industriali e commerciali, e politici, che sono i più lenti ad agire, perché rispondono alla paura della gente, la cavalcano, ma hanno un’agenda a breve termine», afferma Barilla. E fa l’esempio delle ipotesi di tassazione della plastica e degli alimenti che contengono zucchero, per rispondere a «un’ondata emotiva e raccogliere consenso politico», senza fare e comunicare «un progetto per usare le risorse incassate». Invece, «contro un pericolo straordinario», la risposta è «cultura, cultura, cultura. Dobbiamo fare educazione», dice. Perché «i consumatori influenzano il mercato» e «solo scegliendo prodotti di un certo tipo costringeranno l’industria a fare investimenti nella direzione giusta, coinvolgendo tutta la filiera». Allo stesso tempo, il legislatore deve stabilire «regole chiare e trasparenti per competere sullo stesso piano». I sistemi agroalimentari globali generano 10 trilioni di dollari di valore, ma le esternalità negative, tra danni e ambientali e salute pubblica, ci costano 12 trilioni, con un deficit di circa 2 mila miliardi, secondo uno studio presentato ieri. La tecnologia, se usata bene, può dare un contributo essenziale al cambiamento.
«Grazie ai sensori e l’internet delle cose, potremmo gestire meglio il terreno, usare meno pesticidi, migliorare l’irrigazione, prevenire gli sprechi. L’intelligenza artificiale (Ai) aiuta a predire il tempo e ottimizzare i campi. La blockchain migliora la tracciabilità, riduce i costi delle transazioni, taglia gli scarti e aumenta la sicurezza», spiega Andrea Renda, senior fellow del Centre for European Policy (Ceps).
@16febbraio