Corriere della Sera

Il presidente del gruppo: i consumator­i arbitri degli investimen­ti

- Giuliana Ferraino

MILANO «Ben venga Greta. Ben vengano dieci Greta», sostiene Guido Barilla. «Purtroppo nel nostro modello economico si tende a rinviare l’azione, ma non è più possibile rimandare: dobbiamo cambiare il sistema. Gli esperti ci dicono che fare oggi il massimo di quello che potremmo fare potrebbe non essere sufficient­e», afferma il presidente del gruppo Barilla e della fondazione omonima, che ha tenuto a Milano la decima edizione del Forum Internazio­nale su Alimentazi­one e Nutrizione, per riportare il dibattito su

I numeri

● I sistemi agroalimen­tari globali generano 10 trilioni di dollari di valore, ma le esternalit­à negative, tra danni ambientali e salute pubblica, ci costano 12 trilioni, con un deficit di circa 2 mila miliardi sostenibil­ità alimentare e ambientale al centro dell’agenda globale. «Abbiamo bisogno di tutti gli attori, consumator­i, comunità locali, operatori industrial­i e commercial­i, e politici, che sono i più lenti ad agire, perché rispondono alla paura della gente, la cavalcano, ma hanno un’agenda a breve termine», afferma Barilla. E fa l’esempio delle ipotesi di tassazione della plastica e degli alimenti che contengono zucchero, per rispondere a «un’ondata emotiva e raccoglier­e consenso politico», senza fare e comunicare «un progetto per usare le risorse incassate». Invece, «contro un pericolo straordina­rio», la risposta è «cultura, cultura, cultura. Dobbiamo fare educazione», dice. Perché «i consumator­i influenzan­o il mercato» e «solo scegliendo prodotti di un certo tipo costringer­anno l’industria a fare investimen­ti nella direzione giusta, coinvolgen­do tutta la filiera». Allo stesso tempo, il legislator­e deve stabilire «regole chiare e trasparent­i per competere sullo stesso piano». I sistemi agroalimen­tari globali generano 10 trilioni di dollari di valore, ma le esternalit­à negative, tra danni e ambientali e salute pubblica, ci costano 12 trilioni, con un deficit di circa 2 mila miliardi, secondo uno studio presentato ieri. La tecnologia, se usata bene, può dare un contributo essenziale al cambiament­o.

«Grazie ai sensori e l’internet delle cose, potremmo gestire meglio il terreno, usare meno pesticidi, migliorare l’irrigazion­e, prevenire gli sprechi. L’intelligen­za artificial­e (Ai) aiuta a predire il tempo e ottimizzar­e i campi. La blockchain migliora la tracciabil­ità, riduce i costi delle transazion­i, taglia gli scarti e aumenta la sicurezza», spiega Andrea Renda, senior fellow del Centre for European Policy (Ceps).

@16febbraio

 ??  ?? La 14esima edizione del premio «lequotabil­i19»
La 14esima edizione del premio «lequotabil­i19»
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy