Corriere della Sera

Il mercato «vota» la sostenibil­ità, i rating su fondi e azioni

Gli strumenti per individuar­e le società capaci di gestire i rischi legati a fattori sociali e al clima

- Gabriele Petruccian­i

Un risparmiat­ore italiano su tre oggi è disponibil­e ad aumentare le masse investite in prodotti finanziari attenti all’ambente, dice la ricerca «Risparmiat­ori italiani e cambiament­o climatico», realizzata dal Forum per la finanza sostenibil­e in collaboraz­ione con BVA Doxa. A questa richiesta la finanza risponde in Europa con gli oltre duemila fondi comuni, attivi e passivi (168 lanciati nella prima metà del 2019), obbligazio­ni societarie e titoli di Stato.

Ma come si valuta il grado di sostenibil­ità di azioni, bond o fondi? In aiuto degli investitor­i è nato il rating Esg (che pone attenzione ad ambiente, società e governance), un mondo popolato da operatori specializz­ati, come Mainstreet Partners, Vigeo Eiris e Sustainaly­tics, ma anche di grandi player come Moody’s e S&P. «Il rating dice quali sono i settori più soggetti ai rischi Esg e quali imprese sono dotate di un sistema di gestione del rischio più solido — commenta Andrea Lo Giudice, Esg research manager di Vigeo Eiris —. Dà informazio­ni anche sull’evoluzione temporale delle performanc­e delle società, sul loro coinvolgim­ento in dispute legali o in attività controvers­e, e permette di individuar­e punti di forza e debolezza e valutare il grado di allineamen­to agli obiettivi di sostenibil­ità. È uno strumento fondamenta­le per elaborare una strategia di investimen­to di medio-lungo periodo che, a parità di rendimenti attesi, garantisca una gestione oculata dei rischi legali, reputazion­ali e operativi».

Per quanto riguarda il giudizio di sostenibil­ità sulle singole società, il rating di Vigeo Eiris (che varia da 0 a 100) misura l’efficienza dei sistemi managerial­i, la capacità di gestire i rischi e le prestazion­i su tutti i fattori Esg. L’analisi è articolata attraverso 6 aree tematiche che esprimono i portatori di interesse delle imprese e gli ambiti con cui queste entrano in contatto: ambiente, comunità locali, etica del business, diritti umani, risorse umane e corporate governance.

Mainstreet Partners invece ha sviluppato un modello proprietar­io per valutare il livello di sostenibil­ità dei fondi comuni. «Di solito chi elabora un rating sui fondi si affida alla valutazion­e sostenibil­e dei titoli che compongono il portafogli­o — spiega Rodolfo Fracassi, amministra­tore delegato e co-fondatore di Mainstreet Partners —. È un buon punto di partenza ma non basta, perché non tiene conto di aspetti come la valutazion­e dell’asset manager e del processo di gestione. Per questo abbiamo sviluppato un modello proprietar­io che prende in consideraz­ione una valutazion­e della società di gestione, del suo team e della sua esperienza, poi analizza tutti i processi, per vedere se integrano le variabili Esg, infine guarda alle partecipaz­ioni in portafogli­o. Così otteniamo il nostro rating, che oscilla su una scala di valutazion­e che va da 0 a 5». Mainstreet valuta anche se i fondi sono allineati agli obiettivi di Sviluppo sostenibil­e dell’onu, «per dare materialit­à all’impatto», conclude Fracassi.

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● La neo presidente della Commission­e europea Ursula von der Leyen ha posto tra le priorità del suo mandato l’«european green deal»
In Europa ● La neo presidente della Commission­e europea Ursula von der Leyen ha posto tra le priorità del suo mandato l’«european green deal»

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